Da sempre si discute sulle problematiche che attanagliano l’italico stivale fino a sentir dire che il piacere degli italiani è quello di complicare le cose, quasi fosse un gene del DNA che modifica il nostro pensiero. Suppongo che su quanto stia per scrivere non tutti siano d’accordo, il dissenso anzi la farà da padrone certamente, attirando su di me enormi critiche se non qualche offesa, sicuramente del tutto gratuita.
Ritengo personalmente che il popolo italiano non sia unico e indivisibile, un popolo che abbia uniche idee, pensieri, sogni, educazione e, soprattutto unica civiltà di nascita. Sbirciando sui libri di storia tutti abbiamo potuto notare come lo stivale sia stato da sempre meta di popoli provenienti da tutte le parti dell’Europa e del Nord Africa, che giunti sulle spiagge dopo traversate di giorni, o giunti nelle valli del nord dopo aver valicato le Alpi, certamente dopo non poche fatiche, si sono stabiliti e hanno regalato, se non imposto, la loro cultura.
Questa è la caratteristica, o meglio, la colonna portante della civiltà italiana: il continuo adeguarsi ai cambiamenti senza mai chiedersi cosa fosse giusto per sè. Fino a giungere a metà ‘800 quando i fermenti dei popoli oppressi del nord Italia contro gli austriaci, quelli del centro Italia oppressi da pontefici (che tutto erano tranne che uomini di chiesa) e quelli del sud Italia (non di tutti) che sognavano un mondo migliore, hanno iniziato un processo che dura fino ai giorni nostri, di unificazione non solo geografica.
Chiaramente un popolo quale quello del Nord Italia, fortemente influenzato da idee tipiche del centro Europa, cosa ben visibile ancora oggi nelle cose semplici (e lasciamo da parte campanilismi stupidi quali meridionali mafiosi etc etc), abituato a fissarsi delle regole basate su dati di fatto, non può che scontrarsi con un popolo come quello della mia Italia meridionale, che influenzato dalla civiltà arabo-greca ha modi di agire e di pensare molto diversi, che sicuramente non è devoto alla trasgressione delle regole ma alla semplicità, al non complicarsi la vita per cose che sono normalmente ritenute di secondo livello rispetto ad altre ritenute preminenti, quali l’accoglienza, il convivere per aiutarsi a vicenda ecc. Questo ha da sempre generato un senso di timore da parte delle diverse civiltà, l’una verso l’altra al punto che spesso si parla di fantomatiche differenze tali da far sembrare gli uni agli occhi degli altri come extraterrestri, il tutto alimentato da politiche storiche e conseguenti dicerie (quali quella che il nord paga le tasse e il sud no, o che il nord ruba i soldi del sud per costruire al nord).
Nulla di più sbagliato soprattutto se riflettiamo sugli eventi storici che hanno generato tali differenze, quelli predetti e quelli di cui si è venuti a conoscenza negli ultimi tempi, quando dai registri dell’Archivio di Stato è saltato fuori che non solo il Cavour aveva ben altre idee che quella dell’unione dell’Italia, ma piuttosto quella di depredare il ricchissimo sud Italia (cosa che per altro è stata compiuta a pieno, farcita da barbare e macabre uccisioni e stupri di massa per purificare la razza meridionale, imbastardita dai nord africani), portando al nord fabbriche intere, operai e capomastri che dovevano insegnare il lavoro ai futuri operai del nord, ma cosa ancora più particolare era quella di ridurre lo stato del Vaticano alla grandezza di un fazzoletto di terra, impoverirlo e ridurlo al nulla (se si considera l’influenza che il potere del denaro ha, se arricchito dal potere temporale).
Tutto questo non ha fatto altro che “impoverire” sempre di più una futura unione nazionale, al punto che oggi - succubi di politici furbi che hanno creato nel giro di pochi anni, dal dopoguerra ad oggi, una vera e propria casta a protezione degli interessi di pochi con danno altrui, e impoveriti da, appunto, una identità nazionale che non c’è, e non solo, non c’è mai stata, peraltro rinvigorita da una sudditanza che c’è nel nostro DNA nei confronti di quello che sembra essere più forte (altrimenti non sarebbe esistita la mafia) - hanno costretto a subire e costringono a subire ancora, senza dare invece quella forza necessaria a reagire contro l’oppressore di ogni tipo e genere.
Ed è così che ogni volta leggiamo su questo sito di lamentele, pianti e rimpianti per quello che siamo costretti a subire, nonostante la nostra condotta integerrima, visto che per portare avanti la nostra passione siamo costretti a non subire nemmeno una multa per divieto di sosta, pena il mancato rinnovo della licenza di caccia. Cosa abbastanza facilmente dimostrabile dalle numerose associazioni venatorie che, anziché difenderci, si affossano a vicenda mentre il nemico, il falso ambientalista, come una fenice risorge dalle nostre ceneri e si nutre dei nostri resti, senza mostrare un po’ di pietà o riconoscenza per quello che abbiamo dato e che diamo. E continuiamo a chiederci il motivo di questa situazione, senza chiederci cosa effettivamente possiamo fare noi per risorgere. Subiamo attacchi vili basati su menzogne immani che in altri lidi troverebbero solo pedate nei glutei, mentre da noi trovano terreno fertile nelle nostre divisioni.
Assistiamo a scene in cui dirigenti di AA. VV. si avvicinano a partiti politici pur di farsi promettere mari e monti per poi rimanere a terra mentre gli altri volano alto; scriviamo dei nostri desideri, dei propositi, delle speranze su un sito nella speranza che qualcuno legga quello che scriviamo, senza però ricordarci di questa gente quando un semplice gesto di penna potrebbe far loro capire che il vero potere è nostro.
A volte mi chiedo quando riusciremo a vedere un mondo, anzi una Italia, in cui una persona onesta non si deve vergognare di andare a caccia, cosciente del fatto che non distrugge e non distruggerà mai quanto una parola o un falso articolo di un giornale fazioso. Spero solo che almeno mio figlio possa godere un giorno dei risultati delle battaglie che ogni giorno combatto e che tutti noi combattiamo e magari perché no, poter dire che l’Italia è UN paese bellissimo, dove tutti insieme si combatte per migliorarlo sempre di più.
Pier76
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