Ogni cacciatore, da sempre, si appassiona e sceglie la sua “caccia regina”.
Lo fa per istinto, tradizione, esperienza o curiosità. Dai galli e cotorni in altura ai beccaccini in risaia, alla lepre e a tutta la migratoria, fino alle cacce di padule e di valle, un tempo magistralmente descritte dal Mazzotti. Tra questi cacciatori, tutti così diversi, quelli di casa erano con il “cane da penna”, e per loro l'appuntamento più importante era a ottobre, il mese della caccia alle starne. La regina di tutte le cacce, come dicevano.
Io sono nato in collina, e insieme a loro, con la curiosità di un ragazzo, ho vissuto momenti incredibili, quando era anche facile, ma con rispetto, conoscere e apprezzare.
Poi, piano piano, ho dovuto testimoniare il progressivo impoverimento dovuto a molte cause: l'abbandono delle campagne e i nuovi metodi di coltivazione, la crescente pressione umana, l'invasione del fagiano e, soprattutto, l'imbastardimento della razza perdix italica. Infatti le starne sono di diverse varietà, con differenti caratteristiche, in molti Paesi, e quelle introdotte nelle nostre zone tipiche, purtroppo, hanno procurato danni irreversibili.
Sono passati molti anni e tutto è cambiato, ma è auspicabile che quanto si ricorda possa ancora interessare chi non intende buttare un grande patrimonio. E se più di qualcuno dice che in proposito non c'è proprio niente da capire e poco da imparare, ha ragione.
Questa magnifica pernice grigia predilige i terreni collinari o medio montani, pascoli, zone incolte o boscose, purché vicine all'acqua e a qualche coltivazione. Monogama, forma le coppie tra gennaio e marzo. Qualche volta succede che i maschi rimasti spaiati vanno a disturbare le coppie già formate, il che rende necessario, se possibile, l'immissione di qualche femmina. Ingegnosi e divertenti, allora, i modi per farlo. Anche qualche maschio era tenuto di scorta, da impiegare, eventualmente, come tortore per gli starnotti nati da uova salvate e fatte covare da una chioccia.
Le covate si mantengono unite fino all'inverno poi, spesso, si aggregano in grosse brigate e per necessità o condizione, da stanziali diventano erratiche.
La starna è il selvatico più ambito per il cacciatore codaiolo e la sua caccia, bella e faticosissima, richiede sempre un buon cane. Di qualsiasi razza e non necessariamente uno specialista, ma di grande olfatto e resistenza, ubbidiente e con ferma solidissima. Ho visto lavorare egregiamente, in qualsiasi ambiente e condizione, continentali e inglesi, e le eventuali differenze notate sono di certo imputabili all'esperienza, sempre più difficile da fare.
La ricerca, quando è possibile, si fa “a mezza costa”, in silenzio, il cane comandato a cenni. Poi, quando capita, il sentirsi vicini alla grande emozione dell'incontro ti toglie il respiro. Il frullo di una brigata di starne è qualcosa di unico e personale che nessuno saprà mai descrivere.
Finito ottobre comincia (cominciava) il periodo di rispetto per le “rimaste”, semi preziosi per la prossima stagione, e la caccia regina, da novembre, diventa “alla regina”.
Sappiatela apprezzare!