Basta intendersi. Con la Treccani non si sbaglia. Il termine Sport ha origini antiche. "Disport" in inglese antico e "Deport" in francese antico, traducibili più o meno in "Diporto", ovvero: Spasso, svago, ricreazione. Diletto.
"Attività - dice la Treccani - intesa a sviluppare le capacità fisiche e insieme psichiche, e il complesso degli esercizî e delle manifestazioni, soprattutto agonistiche, in cui si realizza, praticati, nel rispetto di regole codificate da appositi enti, sia per spirito competitivo (s. dilettantistici, s. olimpici), differenziandosi così dal gioco in senso proprio, sia, fin dalle origini, per divertimento, senza quindi il carattere di necessità, di obbligo, che è proprio di ogni attività lavorativa; da qui, in senso figurato, fare una cosa per sport., per diletto o per soddisfazione personale, senza alcun interesse pratico o utile economico". Questo almeno fino agli inizi del Novecento. Per quanto riguarda la caccia, che fino a pochi anni fa era annoverato fra le Federazioni del CONI, la nostra passione, verrebbe da dire, ma anche il nostro svago, a volte unico, il dilemma è antico. E' o non è uno sport? E, ancora: cosa significa sport quando - sempre più spesso per denigrarci - ce lo affibbiano a sproposito?
Se scorriamo a ritroso nella storia, si scopre - non noi. noi lo sappiamo - che si "dilettavano" con la caccia personaggi famosi. Principi e re, imperatori. Faraoni e satrapi. Capi di stato e capitani d'industria. Papi. Non ne avavano certo bisogno per sfamarsi. Per il proprio diletto ne sancivano l'esclusività, consentendo solo cacce minori a chi, magari, la praticava per ...portare a casa un po' di "nobili" proteine e non solo cicoria. Ne confermavano l'importanza favorendone la rappresentazione nelle arti. Epica, pittura, scultura. Artigianato di qualità. Armi e suppellettili di notevole pregio estetico.
Diporto, sport, dunque, inteso anche come interesse non finalizzato a un profitto economico, ma a un appagamento dello spirito. Una passione, cioè.
Nell'era moderna, il concetto di sport, nei suoi diversi significati, si forma in inghilterra. "I nostri ideali - scrisse Thomas Arnold, educatore e teologo, ai primi dell'ottocento ideatore di una "pedagogia sportiva moderna" - devono essere i principi religiosi e morali, un contegno da gentiluomo e l'abilità intellettuale". Ovvero: la cura delle anime, lo sviluppo morale, lo sviluppo intellettuale. Una prassi che si innestava sul consolidato fair play delle rurali classi agiate che fra gli "sport" praticati (lo sporting life, così come lo definisce ancora nel 1932 il pamphlet, "English Sport - Hunting - Fishing and Shooting in England", richiamandosi anche a testi antecendenti al 1900) - insieme a sport equestri come Field trials, Racing, Polo, Coaching, elencavano appunto anche la caccia e la pesca: Hunting with Hounds, Foxhunting, Hare Hunting, Stag Hunting, Coarse and Game Fishing, Clay Shooting, Rough Shooting, Game Shooting, Gundogs, Rabbit Catching etc. Tutte attività molto apprezzate dagli Sportman dell'isola. Che ne erano, quindi, appassionati.
Conclusione: sport o passione, per la caccia? Passione, ovviamente, perchè senza passione è difficile praticare qualcosa "per diletto", ovvero per "diporto". Per sport, appunto. A dispetto di tutti quelli che dalla mattina alla sera, per rovinarci la giornata, straparlano senza sapere nemmeno di cosa.