Sono posizioni vagamente concilianti quelle che escono a spizzichi e bocconi dalla riunione dei capogruppo in consiglio regionale sulla questione piemontese del referendum sulla caccia. La linea del Presidente Roberto Cota è sempre quella di abrogare la legge, facendolo, ha dichiarato, “automaticamente si eliminerà il problema”.
D'accordo sull'abrogazione anche il Pdl – ad eccezione di un paio di consiglieri che credono nella possibilità che comunque non si raggiunga il quorum -, Udc e in modo diverso anche il Pd, che tramite il capogruppo Aldo Reschigna si lascia scappare che per evitare l'enorme spesa del referendum bisogna procedere con “l'abrogazione della legge regionale”, certo, “ottenendo comunque il risultato di limitare la caccia”.
Restano solo Sel e Idv che, come i grillini Cinque Stelle, hanno sposato la causa degli anticaccia, aderendo alle posizioni oltranziste del comitato promotore. Monica Cerutti (Sel), parla di ricatto (quello per cui il costo del referendum giustificherebbe di evitare la tornata elettorale) e chiede che in caso di abrogazione si parli anche di atti formali che impegnino la regione ad un percorso condiviso con il comitato referendario. Al termine della riunione dei capigruppo Cota ha esternato la propria “speranza che si possa arrivare al risultato ’.