Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo i mal di pancia esternati dalla Federcaccia in merito alle battute supplementari al cinghiale, autorizzate dalle Province di Terni e Perugia – durante il mese di gennaio – su tutto il territorio regionale, proprio con la Provincia di Perugia si è svolto un incontro con il presidente Guasticchi, il consigliere provinciale delegato Granocchia, i dirigenti Lucarelli e Cecchetti e il comandante della polizia provinciale, Mosconi. Per la Federcaccia erano presenti il presidente regionale Di Marco, il presidente provinciale Barbino e il segretario Pippi.
I rappresentanti della Provincia hanno esposto a Federcaccia le ragioni che hanno portato alla stesura della determina che ha autorizzato ulteriori quattro battute al suide. Da parte di Federcaccia si è comunque preso atto del comportamento corretto delle squadre di caccia al cinghiale, che durante l’intera stagione venatoria hanno profuso il massimo sforzo per raggiungere gli obietti prefissati dagli Ambiti territoriali di caccia (Atc). Secondo quanto ci risulta, questo impegno ha avuto come risultato il completamento dei piani di abbattimento in quasi tutti i settori di territorio libero indicati per la caccia al cinghiale, cosa che – al contrario – non è avvenuta negli istituti privati, all’interno dei quali il numero complessivo di abbattimenti del suide è risultato modestissimo. Proprio per questo motivo Federcaccia ha chiesto alla Provincia di verificare la gestione della specie in questi istituti.
L’incontro con l’ente è stato poi occasione per affrontare diversi altri temi di forte valenza venatoria. Federcaccia e Provincia di Perugia hanno condiviso una serie di argomenti prioritari da portare avanti entro breve tempo.
1. Maggiore e migliore attenzione alla produzione di selvaggina stanziale: su questo argomento il dottor Cecchetti ha illustrato vari piani di potenziamento dei sistemi di produzione di selvaggina nobile stanziale, che abbia caratteristiche di maggiore rusticità e capacità di adattamento alla vita in natura. I progetti riguarderanno in prevalenza, per territori omogenei, il fagiano, la starna, la pernice rossa e la coturnice.
2. Istituzione delle zone di rispetto e irradiamento, con possibilità di realizzarle anche in deroga in attesa dell’approvazione del piano faunistico provinciale, così come messo in atto dalla Provincia di Terni. I tecnici della Provincia di Perugia si sono impegnati per un’attenta verifica in tal senso.
3. Piani di contenimento delle specie opportunistiche, anche con la possibilità, secondo le norme vigenti, di operare anche al di fuori dei tradizionali periodi di caccia e con mezzi adeguatamente efficaci.
4. Si è condivisa altresì la necessità di andare verso un riordino degli Atc, con gli obiettivi del contenimento dei costi, di un sensibile snellimento burocratico e di una migliore gestione tecnica della fauna e dell’ambiente, da cui discenda un incremento della qualità della selvaggina prodotta e immessa sul territorio, rendendo anche praticabili le norme contenute nel piano regionale sulla produzione e l’acquisto della selvaggina nobile stanziale. Sia la Provincia sia Federcaccia hanno auspicato che la riforma possa avvenire nei tempi stabiliti dalla giunta regionale, cioè il 31 maggio di quest’anno.
5. Infine, particolare attenzione è stata posta sull’approvazione del Piano faunistico-venatorio provinciale, che dovrebbe recepire, integrandole, le direttive contenute nel Piano regionale approvato nel 2006. A tal proposito i tecnici e i rappresentanti istituzionali della Provincia, ribadendo che i lavori sul Piano sono a buon punto, si sono impegnati a licenziarlo in via definitiva entro il minor tempo possibile.
Federcaccia valuta l’incontro in maniera complessivamente positiva, e si augura che dai propositi si possa passare ad atti concreti entro il più breve tempo possibile, nel comune interesse della valorizzazione dell’attività venatoria.
Perugia, 26 Febbraio 2013
Ufficio Stampa Federcaccia Umbra