"La soluzione al problema della eccessiva presenza di ungulati è ancora lontana dall’essere trovata". Ne prendono atto in una nota congiunta Arci caccia e Federcaccia di Siena, all’indomani dell’ incontro con l’Assessore Regionale Gianni Salvadori, incontro richiesto assieme alle Organizzazioni degli Agricoltori.
"Ancora una volta - evidenziano le associazioni venatorie senesi - abbiamo assistito ad un disarmante rimpallo di responsabilità, con la Provincia – presente all’incontro – che lamenta l’impossibilità, senza ulteriori garanzie da parte della Regione, di esercitare le funzioni che pure la legge le delega e la Regione che, dall’altra parte, non sembra ritenere sussistano le condizioni per un proprio intervento diretto in sostituzione della Provincia stessa, prerogativa che peraltro la legge regionale le assegna".
Il risultato è il permanere del blocco degli interventi di contenimento ex art. 37 della legge regionale 3/94, blocco in essere nella provincia di Siena ormai fin dal primo ottobre scorso: una situazione, evidenziano Alessandro Ferretti, presidente Arcicaccia Siena e Mauro Neri, Presidente Fidc Siena, inconcepibile, anche a fronte di quanto invece accade in altre realtà della Toscana.
"Nel frattempo la situazione sul territorio, in centinaia di strutture pubbliche zeppe di ungulati sta esplodendo, compromettendo la funzione a cui tali strutture sono deputate. Le Associazioni degli agricoltori sempre più esasperati si dimettono dagli ATC facendo scricchiolare anche questo ultimo baluardo a difesa della gestione faunistica e venatoria" dicono le due associazioni.
Arci Caccia e Federcaccia, a fronte di questa condizione paradossale, fanno sapere che hanno deciso di non partecipare al Tavolo riunito oggi dalla Provincia, per dare un segnale preciso e richiamare le istanze istituzionali competenti alle loro responsabilità. "Arci caccia e Federcaccia, pur non rassegnandosi di fronte a questa situazione che minaccia di far sgretolare l’impianto gestionale che hanno fortemente contribuito a far nascere e crescere in Provincia di Siena , dichiarano di non sentirsi minimamente responsabili per l’aumento dei disagi all’agricoltura e all’ordine pubblico causato da specie di fauna selvatica che i cacciatori, senza gli adeguati strumenti che è compito delle istituzioni rendere disponibili, non possono essere in grado di gestire".