"Potenziare i controlli sull’utilizzo dei richiami vivi nell’attività venatoria, ponendo particolare attenzione allo stato di salute degli uccelli e punendo eventuali episodi di maltrattamenti", lo ha chiesto a Modena un ordine del giorno presentato dai consiglieri di Pd, Idv e gruppo Misto approvato mercoledì 11 dicembre dal Consiglio provinciale (a favore Pd e Idv, contrari Lega nord, Pdl e Udc). Nel documento si chiede, inoltre, che la legislazione nazionale "preveda norme uguali in tutto il territorio italiano per la detenzione dei richiami vivi con criteri di tutela del benessere animale".
Inoltre il Consiglio, sempre in tema di richiami vivi e caccia, ha respinto un documento presentato da Dante Mazzi (Pdl) e Fabio Vicenzi (Udc) che chiedeva alla Provincia di vietare su tutto il territorio l’uso dei richiami a eccezione degli esemplari dell’anatra germanata, per i quali la legge non prevede l’obbligo di inanellamento"; la mancanza dell’inanellamento, infatti, rende difficili i controlli, si legge nel documento bocciato (favorevoli Pdl e Udc, contrari Lega nord e Luca Ghelfi del Pdl, astenuti Pd e Idv). Mazzi ha parlato di "pratica discutibile e incivile, menzionando "le sollecitazioni delle associazioni animaliste", che, ammette "ci hanno indotto ad intervenire su questa questione".
A difendere i cacciatori è stato PierNicola Tartaglione (Pd), che ha ricordato che gli appassionati di questa caccia "in genere trattano gli uccelli alla stregua di animali domestici" ed ha evidenziato che la Provincia non può intervenire con propri atti su questo tema ma che al massimo può chiedere alla Regione di intervenire migliorando la legislazione. Anche Stefano Corti (Lega nord) ha preso le parte della caccia, e motivando il voto contrario del gruppo a entrambi i documenti, ha confermato "l’assoluta contrarietà a creare ostacoli all’attività venatoria, utile per mantenere l’equilibrio faunistico. Il cacciatore intelligente è il miglior ecologista e rispetta i richiami vivi che tra l’altro costano".
(Sassuolo2000)