Il Ministro dell'Ecologia, Philippe Martin, con proprio decreto nei giorni scorsi aveva esteso la chiusura della caccia alle oche fino al 10 febbraio. Ma il provvedimento è già stato sospeso dal Consiglio di Stato "per proteggere gli uccelli durante i periodi di migrazione e riproduzione." Secondo i rappresentanti dei cacciatori francesi si tratta di un'applicazione ideologica e rigida della direttiva comunitaria, di fatto smentita da ciò che succede oltre i confini francesi, dove queste oche vengono uccise in massa, e con metodi a dir poco discutibili, perchè troppo numerose.
Alla notizia ha ribattuto, tra gli altri, anche Michel Raymond, ex europarlamentare e presidente di un'associazione dipartimentale di caccia agli acquatici, secondo cui: “una simile decisione è stupida” ha detto. “Non ho più fiducia nelle istituzioni di questo paese - ha dichiarato alla stampa -. Come possiamo accettare la gassificazione di oche nei Paesi Bassi e in Belgio e vietare la caccia legale in Francia?". “Alla vigilia delle elezioni europee – ha continuato - , una decisione del genere non può che incoraggiare tutti i cacciatori a diventare anti-europeisti ".
Dal canto suo la Federation Nationale des Chasseurs (FNC), ha precisato che la decisione proposta dall'Ufficio Nazionale della Caccia francese, si basa su nuovi dati scientifici e tiene conto dei principi inseriti nella guida interpretativa alla Direttiva "Uccelli" pubblicata dalla Commissione Europea.
La federazione promette che continuerà a lavorare per una caccia sostenibile e moderna, approfondendo ogni giorno la conoscenza scientifica dei migratori e denunciando senza sosta le posizioni intolleranti dei gruppi ambientalisti sul tema dei calendari venatori.