"E' urgente che la dirigenza della Sezione Caccia e Pesca del Veneto risolva i quesiti posti dagli uffici provinciali vicentini in materia di censimento dei richiami vivi. Un'attività di raccolta dati obbligatoria che scade a breve. Mi appello al collega Daniele Stival, assessore alla caccia". Lo afferma Costantino Toniolo (NCD), presidente della prima commissione del Consiglio regionale del Veneto, a seguito dei quesiti posti dal Settore Gestione Risorse faunistiche della Provincia di Vicenza.
"Da palazzo Nievo - spiega l’esponente del NCD - rilevano che nel denunciare il numero di uccelli da richiamo, molti cacciatori si trovano in difficoltà per la sovrapposizione tra normative in vigore. In sostanza parecchi cacciatori, visto il mutare della normativa e dei relativi costi, ha cambiato la forma di caccia trovandosi con un surplus di richiami vivi". In pratica, spiega ancora Toniolo, la Provincia di Vicenza, su indicazioni delle associazioni venatorie, chiede se è ammessa oppure no una detenzione superiore al limite massimo di richiami utilizzabili durante l'esercizio venatorio.
"Inoltre - riporta Toniolo - come è risolvibile, ai fini della compilazione del modulo del censimento, il caso di quei numerosi cacciatori che si sono ritrovati con un surplus di richiami in conseguenza della loro decisione di cambiare la forma di caccia? Infine - illustra Toniolo rifacendosi alle richieste della Provincia berica - la mancata consegna del modulo compilato, equivale a dichiarazione di non possesso di richiami. In tal caso, si domandano molti cacciatori, si potranno utilizzare i richiami effettivamente posseduti?". La Provincia di Vicenza dal canto suo, in accordo con le associazioni venatorie, ha invitato i cacciatori ad avvalersi il più possibile delle organizzazioni venatorie presenti sul territorio per il ritiro dei moduli e per la loro riconsegna. “Purtroppo - spiega Ferdinando Bozzo, dirigente provinciale del settore gestione faunistica - i tempi sono molto stretti, occorre concludere la raccolta dei dati entro il 23 giugno. Chiedo dunque ai cacciatori di non far mancare la loro fattiva collaborazione”.
Tra le associazioni, ACV ha diffuso un articolato comunicato in cui mette in allerta i cacciatori sulle difficoltà a cui potrebbero andare incontro sulla detenzione dei richiami vivi dato che "il cacciatore in possesso di richiami vivi di cattura - si legge nella nota - dovrebbe dichiarare la detenzione di un numero massimo di dieci unità di richiami vivi di cattura per ogni singola specie, anche se il cacciatore stesso è legalmente entrato in possesso di un numero superiore di richiami vivi di cattura ritirati dagli impianti di cattura gestiti dalle province".