La grave decisione assunta dal Governo, su proposta del Ministro Galletti, di esercitare il potere sostitutivo nei confronti di alcune Regioni, tra cui la Toscana, sui rispettivi calendari venatori, non può essere circoscritta ad una contestazione sull’articolo 18 della legge 157 e dei relativi tempi di prelievo sulle specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia. Siamo di fronte, nei fatti, ad un vero e proprio atto di imperio che tende a sancire un precedente molto pericoloso nel rapporto tra Stato e Regioni; a fonte di una semplice richiesta di informazioni da parte dell’Europa circa il calendario venatorio – documentazione puntualmente fornita da parte della Regione Toscana – il Ministro, con arroganza inaudita, ha immediatamente trasformato questa richiesta in un commissariamento dei poteri della Regione. Tutto questo dimostra almeno due chiare intenzioni: la prima è la totale sudditanza alla cultura animalista, forte a tal punto da calpestare la legge ed il diritto; la seconda è la volontà di ricondurre ad un nuovo centralismo statale le competenze assegnate alle Regioni in materia faunistico – venatoria.
Voglio sottolineare lo stridore tra i contenuti espressi dallo stesso Galletti nell’iniziativa di ieri alla Camera dei Deputati – non mancando di valorizzare il compito positivo svolto dal mondo venatorio per la salvaguardia dell’ambiente – ed il vero e proprio atto di imperio da lui stesso esercitato ventiquattro ore prima contro la Regione Toscana, da sempre considerata un punto di riferimento virtuoso della gestione faunistico – venatoria.
Noto con preoccupazione tante e vistose contraddizioni sulle quali è necessario svolgere un urgente approfondimento: mentre, da un lato, desta potenziale soddisfazione che Legambiente promuova un protocollo di intesa con il mondo venatorio (discusso proprio nella giornata del 21 gennaio alla Camera) dall’altro, la stessa associazione ambientalista, in Toscana, ha compiuto una totale retromarcia rispetto alla propria storia degli ultimi quindici anni, improntata alla collaborazione con il mondo venatorio responsabile abbracciando, di fatto, una alleanza organica con il mondo animalista e con le associazioni portatrici di una cultura fondamentalista, stessa cultura e stesse organizzazioni che hanno di fatto spronato la penna del Ministro sui Calendari. Stridenti contraddizioni che ritroviamo anche nelle posizioni espresse sulla riforma degli ATC e della fiscalità ad essi collegata che indica come spesso ad annunci roboanti sulla necessità di garantire una corretta gestione della fauna selvatica, seguono poi posizioni di carattere locale e regionale che vanno esattamente nella direzione opposta.
La parola passa ora alla politica: noi siamo fermamente convinti che la Regione Toscana debba con autorevolezza smascherare e resistere a questo tentativo di annientamento del proprio ruolo e delle proprie prerogative istituzionali. Chiediamo con forza, pertanto, all’Assessore Salvadori di aprire immediatamente tutte le procedute per un eventuale ricorso su questo provvedimento attivandosi nello stesso tempo, anche con la collaborazione delle altre Regioni, per un confronto serrato e definitivo con il Governo sul futuro della gestione faunistica e delle competenze tra Stato e Regioni in questa materia.
I nostri occhi attenti saranno puntati, nella prossima campagna elettorale ormai alle porte, sulle posizioni che i vari gruppi politici e candidati esprimeranno su questo profondo discrimine politico – culturale non consentendo a nessuno, in presenza di fatti così gravi, di utilizzare il mondo venatorio come un potenziale serbatoio di voti e di consenso in assenza di posizioni chiare e coerenti.
Fabio Lupi (Presidente Arci Caccia Toscana)