Torniamo sulle parole del Ministro Galletti all'indomani della decisione presa dal Consiglio dei Ministri di anticipare la chiusura della caccia in sei regioni per tordo bottaccio, cesena e beccaccia. Ecco come spiegava due giorni fa il Ministro il Decreto imposto alle Regioni.
"Noi abbiamo già un warning, chiamiamolo così, da parte dell'Unione europea che si traduce in una procedura che ha un nome strano, si chiama EU Pilot che precede l'infrazione, cioè - spiegava Galletti - la Comunità europea, a seguito di una segnalazione di non rispetto di una direttiva europea, apre questo fascicolo. Se durante questa procedura lo Stato non sistema l'adeguamento alla normativa europea si trasforma in un'infrazione. Noi sulla caccia avevamo questa Eu Pilot aperta che, se non intervenivamo immediatamente entro la giornata di ieri (20 gennaio, ndr), per ridurre il calendario venatorio di 11 giorni, cioè anticipandolo dal 31 di gennaio al 20 gennaio, avremmo subito un'infrazione UE". "E' chiaro che io non posso esporre l'Italia a una ulteriore infrazione- spiegava acncora Galletti - che avrebbe comportato fra l'altro un esborso di denaro perche' si sarebbe tramutata in una multa, per andare incontro ad alcuni cacciatori che vogliono arrivare a cacciare fino al 31 gennaio". Il punto "non e' tanto questione ambientale ma questione di adeguamento alle normative europee".
Ma che cos'è davvero un caso EU Pilot e come mai tanta fretta di chiudere, visto che finora l'Italia forse non l'aveva mai fatto prima in questa fase?
Il sistema è stato introdotto nel 2008 al fine di migliorare l'assistenza ai Paesi per l'applicazione del diritto dell'UE. Non c'è ombra di dubbio che non siamo di fronte ad un'infrazione comunitaria ma ad una richiesta informale di informazioni, cioè precedente alla fase pre-infrazione (che quindi non è ancora l'infrazione vera e propria). Dopodichè, nel caso in cui il Paese interessato non abbia convinto la Commissione e si giunga all'infrazione, ci sono diverse altre fasi prima di arrivare alla condanna, che si protraggono per diverso tempo e che danno la possibilità agli Stati membri di adeguare la propria normativa per evitare la sanzione pecuniaria.
La prima vera fase è la messa in mora, segue l'invio di parere motivato e infine, se proprio non c'è stato l'adeguamento legislativo, la sentenza di condanna e relativa multa. Basti pensare che sul tema ambiente il nostro Paese ha procedure pendenti dal 2003 e che la sentenza di messa in mora sul caso delle discariche risale addirittura al 2005. Siamo arrivati a dover pagare una multa multi-milionaria solo ora, nel 2015, ovvero 13 anni dopo l'apertura del caso da parte dell'Europa, a causa dell'incapacità delle nostre istituzioni di mettersi a norma in tutto questo tempo.
Stando alle parole del Ministro, però, sui calendari venatori c'era poco da fare: bisognava agire con tempestività, perchè, testuali parole, l'infrazione "si sarebbe tramutata in una multa, per andare incontro ad alcuni cacciatori che vogliono arrivare a cacciare fino al 31 gennaio". Qualcosa non torna in questo ragionamento, visto che la reazione è stata insolitamente tempestiva rispetto a tutti gli altri casi, spesso ben più importanti e pericolosi. A meno che si considerino le questioni venatorie con altri parametri, a tal punto di dover scattare nonappena ci sia un'obiezione (il caso richiami vivi è stato analogamente chiuso in fretta con l'annullamento forzato delle delibere regionali, nonostante fossimo alla primissima fase dell'infrazione) e a meno che il richiamo alle leggi europee non sia strumentale ad altri scopi.
Come mai, visto che non siamo nemmeno alla prima fase della procedura, il Ministro Galletti ha deciso di chiudere anzitempo il cerchio senza nemmeno comunicare alla comunità quelle che erano le obiezioni e le osservazioni rivolte? E perchè non sono stati presi simili provvedimenti per tutti gli altri casi pendenti sul nostro Paese? Per la cronaca sono 90 (16 quelle ambientali) e sono infrazioni vere e proprie.
Inoltre stupisce che questo Consiglio dei Ministri si sia dedicato ad un tema tanto marginale proprio nel momento in cui urgente era semmai modificare la legge anti-terrorismo a seguito degli attentati parigini e belgi. Su queste questioni la squadra Renzi ha deciso di rimandare ogni decisione. Quando si dice le priorità...