Renata Briano, europarlamentare e Vice Presidente dell'Intergruppo Caccia e Natura è stata intervistata da Lorenzo Baldi per il canale Cacciare.tv sui temi riguardanti la caccia.
La Briano ha da sempre cercato di portare avanti le ragioni dei cacciatori basandosi su atti giuridicamente solidi, già da quando era Assessore in Regione Liguria. Lo testimonia il recente successo che la Regione stessa ha ottenuto vincendo il ricorso contro il provvedimento del Governo di anticipare la chiusura della caccia alla beccaccia, tordo bottaccio e cesena, proprio perché erano stati raccolti dati scientifici certi. “Quindi forte di questa battaglia e convinta delle nostre ragioni – ha detto l'europarlamentare – sto continuando a fare la stessa cosa in Europa, cercando anche di far comprendere al nostro Paese, anche se per questo purtroppo nel Ministero dell'Ambiente non ho trovato un grande alleato, come mai in Corsica i turdidi vadano in fase pre nuziale a fine febbraio, mentre in Italia al 20 gennaio”.
L'obiettivo della Briano è quello di far capire che la storia dei key-concept italiani è un po' più complicata, diversa da quella francese: invece di cambiare la legge 157 o commissariare le Regioni è necessario andare alla radice del problema e rivedere i KC. Sarebbe pertanto opportuno convocare un tavolo di discussione, al quale dovrebbero sedere anche le Aavv con i dati alla mano (perché è l'Europa che lo chiede), per modificare i key-concept. “Il risultato scientifico mi lascia sperare che se l'Europa ha accettato i dati francesi potrà rivedere anche quelli italiani”.
L'Intergruppo europeo di cui fa parte permette, in modo scientifico e approfondito, sentendo i vari portatori di interesse, di affrontare tutti i temi che riguardano la biodiversità, la caccia, la ruralità e la cultura del territorio. La Briano ha parlato di un importante evento riguardante l'economia legata alla caccia che si svolgerà a settembre. “Quando si parla di crescita in Europa bisogna considerare anche questo settore; certo, una caccia sostenibile – ha precisato – ma dobbiamo considerare tutto l'indotto e valorizzare quello che è il lavoro di volontariato che i cacciatori fanno sul territorio quotidianamente, che però non viene contabilizzato nell'economia, ma che è un risparmio per esempio per le amministrazioni”.
La Briano tra l'altro ha da poco fatto approvare un emendamento proprio sullo stato di avanzamento della biodiversità: “si parlava di caccia illegale ed io – ha precisato – ho voluto sostituire la parola caccia con uccisione per cercare di non abbinare l'immagine del cacciatore a quella del bracconiere, che invece è nemico della caccia”.