La Riforma dei Parchi, come abbiamo visto, dà agli enti gestori dei Parchi il potere di regolamentare la caccia all'interno delle aree contigue. Nel suo discorso al Senato, il relatore Massimo Caleo, ha voluto precisare che sono "preoccupazioni sbagliate" quelle emerse dal mondo venatorio. "Nelle aree contigue - ha precisato - , gli iscritti nell'ambito territoriale di caccia potranno esercitare l'attività venatoria. Il parco potrà però produrre anche altri livelli di programmazione, che non sono solo legati all'attività venatoria, per quanto riguarda l'agricoltura, la caccia, la pesca, il turismo e altro".
"Riteniamo importante verificare la fecondità dell'azione programmatoria di un parco - ha spiegato Caleo -, per fare in modo che esso non sia un elemento isolato. Il parco non è il fine, nel raggiungimento di un mondo migliore e della valorizzazione della biodiversità, ma è un mezzo importante, alla stessa stregua di altri, per il raggiungimento di obiettivi comuni. Per la prima volta abbiamo dunque deciso di inserire le aree contigue, che prima erano promosse dalla Regione e ora sono promosse dal parco, ma non come elemento di invasione subdola e di allargamento dei confini".