La Commissione europea deferisce la Francia alla Corte di giustizia dell'UE "per non aver fatto fronte alle continue violazioni della normativa dell'UE sulla conservazione degli uccelli selvatici (direttiva 2009/147/CE)". Il provvedimento si riferisce alle catture illegali e agli altrettanto illegali prelievi dell'ortolano, specie migratrice in diminuzione in Europa (dell'84% tra il 1980 e il 2012). Secondo la Commissione il bracconaggio di ortolani in Francia rovina gil sforzi di conservazione intrapresi dagli altri Stati membri di invertire il declino della specie.
Tale azione della Commissione fa seguito a un parere motivato inviato alla Francia nel giugno 2016. "Malgrado i precedenti impegni assunti dalle autorità francesi - si legge nella comunicazione della Commissione- , le pratiche illegali relative all'uccisione o alla cattura deliberata dell'ortolano continuano. Dette attività in Francia pregiudicano gli sforzi di conservazione intrapresi dagli altri Stati membri. Pertanto, al fine di esortare la Francia ad applicare correttamente sul campo la direttiva Uccelli, la Commissione deferisce la questione alla Corte di giustizia dell'UE".
Sempre nell'ambito delle decisioni relative all'applicazione della Direttiva Uccelli, c'è anche la richiesta alla Finlandia di porre fine alla caccia primaverile illegale degli edreoni maschi nella provincia di Åland, che dal 2011 è stata autorizzata ogni anno tra il 1° maggio e il 20 maggio in deroga alla direttiva uccelli. Le condizioni per una deroga secondo la Commissione, non sono soddisfatte a causa dello stato di conservazione non favorevole della specie e per il fatto che la quota di caccia autorizzata non costituisce un numero esiguo della popolazione della specie in questione. "Recenti dati scientifici - dice la Commissione - hanno dimostrato chiaramente che la popolazione di queste specie acquatiche sta subendo una rapida diminuzione in Finlandia (40%), nella zona del Mar Baltico (50%) come pure a livello europeo e mondiale e che lo stato di conservazione di tali specie è fonte di crescente preoccupazione". La Commissione ha inviato alla Finlandia un parere motivato. Se non interverrà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell'UE.
Nel pacchetto di decisioni prese dalla Commissione l'8 dicembre scorso, in fatto di Ambiente, c'è anche l'Italia, deferita alla Corte di Giustizia UE nuovamente per non essersi pienamente e totalmente conformata alla sentenza della Corte del 2012 sullo smaltimento delle acque reflue. Le autorità italiane devono ancora assicurare che le acque reflue urbane siano adeguatamente raccolte e trattate ancora in 80 agglomerati in tutto il paese (rispetto ai 109 oggetto della prima sentenza) per evitare gravi rischi per la salute umana e l'ambiente. La Commissione chiede alla Corte di giustizia dell'UE di imporre il pagamento di una somma forfettaria pari a 62.699.421,40 EUR. La Commissione propone inoltre di applicare una penale giornaliera pari a 346.922,40 EUR qualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza. La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell'UE.