Come previsto, la Conferenza Stato-Regioni, riunitasi ieri, martedì 23 gennaio 2017, nel pomeriggio ha approvato in sede tecnica il Piano di Conservazione del lupo. L'approvazione finale del piano, in sede politica, è fissata per il 2 febbraio. Lo fanno sapere all'agenzia Ansa fonti del Ministero dell'Ambiente. Quest'ultimo - si legge nella notizia - ha recepito alcune richieste di modifica da parte degli enti locali, che nel complesso hanno apprezzato il Piano. Una posizione più critica è stata assunta dalla Regione Lazio.
Il Piano lupo, elaborato con la collaborazione di un settantina di esperti, prevede 22 azioni per favorire la convivenza fra i lupi e le attività agricole. Il Piano indica tutta una serie di misure da prendere per tutelare gli allevamenti, dalle recinzioni speciali ai rimborsi. La misura più controversa è la 22, che prevede un abbattimento controllato di un numero di lupi non superiore al 5% del numero complessivo in Italia, previo un piano regionale approvato dal Ministero dell'Ambiente. Nessun cedimento dunque alle richieste delle associazioni animaliste: il Ministero difende la misura, evidenziando che questa non minaccia la sopravvivenza della specie ma serve proprio a prevenire il bracconaggio nei confronti della stessa.
"Nessuno vuole ammazzare i lupi. Vogliamo una normativa che permetta di conservare la biodiversità e che permetta la convivenza fra i lupi e gli agricoltori". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, alla presentazione a Roma della prima edizione del calendario dei Carabinieri dedicato alle specie animali e vegetali a rischio. "Il problema del lupo è ormai evidente - ha detto Galletti -. Mi rifiuto di affrontarlo solo con la pancia, voglio affrontarlo in un modo scientifico. E' un tema scottante. In certe zone la presenza del lupo è diventata un rischio per le attività agricole. Ci sono attività che chiudono per la presenza dei lupi. Per questo ho messo intorno ad un tavolo 70 esperti, che hanno predisposto 22 azioni per migliorare la convivenza fra i lupi e gli agricoltori".
Le azioni compongono il Piano per la conservazione del lupo, che deve essere approvato in Conferenza Stato-Regioni. Le associazioni animaliste sono già insorte contro il Piano, criticando il fatto che permette un abbattimento controllato degli animali. "La ventiduesima azione - ha spiegato il ministro - prevede che, dopo l'espletamento di un certo numero di procedure (un piano della Regione per il lupo, verificato dal Ministero dell'Ambiente), sia permesso il prelievo di un massimo del 5% del numero complessivo di questi animali sul territorio nazionale. Questa percentuale, dicono gli esperti, non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non facciamo questo, il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio". (Ansa)