Giunge al termine in quel di Lucca la diatriba aperta dalle associazioni venatorie (Fidc, Arci Caccia, Anuu, Italcaccia, Enalcaccia) contro il Piano Faunistico venatorio provinciale emanato nel 2014. Il Tar della Toscana recentemente ha accolto due dei 14 motivi di ricorso contro il Piano, disponendo l'annullamento delle disposizioni che vietavano l’abbattimento delle volpi al di fuori del periodo invernale (le valutazioni in tal senso devono essere fatte dall'Ispra) e quelle che hanno previsto l'istituzione di tre nuove zone di protezione a tutela della migrazione dell’avifauna. La scelta, come hanno osservato le associazioni venatorie, è stata motivata genericamente da esigenze di tutela delle rotte migratorie senza menzionare dati o ricerche che giustifichino tali posizioni, e non è stata considerata la possibilità di gestire tali aree come “aree a particolare gestione” nelle quali talune specie potrebbero essere escluse dalla caccia bilanciando così le esigenze di salvaguardia della fauna con quelle venatorie.
Respinti tutti gli altri motivi di ricorso. Ovvero: ok alla disposizione che prevede la provenienza da allevamenti situati entro 200 km dii raggio dal luogo di rilascio della fauna nelle ZRC (il Tar giustifica tale disposizione sulla questione dello stress da trasporto; ok ai divieti di caccia in prossimità delle colture a perdere per la fauna selvatica; sì all'attivazione di forme di limitazione della circolazione con il fuoristrada nelle aree Natura 2000; ok anche al contingentamento degli appostamenti venatori (il Tar ha semplicemente rilevato un difetto di legittimazione, poiché la titolarità degli appostamenti fissi compete ai singoli cacciatori); sì agli studi di incidenza ambientale per le aree di addestramento cani nei siti Natura 2000; legittima anche la norma che prevede la possibilità di vietare la forma della “cerca” per capriolo e muflone e alle densità differenziate per la gestione del cinghiale. Sugli ungulati il Tar dà ragione al Piano anche sulle disposizioni tendenti a limitare l'uso del piombo e sulla previsione di due anni di monitoraggio per i nuovi distretti destinati alla caccia di selezione. Sulla fauna stanziale rimane il divieto di immissione delle quaglie nelle aree di addestramento nei siti Natura 2000 e la previsione di limitare l'inanellamento ai soli fasianidi e al 40% fuori dalle ZRC e ZRV. Ok anche al divieto sui piani di controllo del piccione tra novembre e gennaio.