Sulle misure in via di definizione del Piano Faunistico dell'Emilia Romagna, interviene in una nota Gianni Tosi, Presidente della Confagricoltura regionale, con la richiesta di modifiche. “Occorre anzitutto individuare nuove modalità di censimento con verifiche a campione delle densità (in particolare per gli ungulati) ed efficientare il sistema di prevenzione attraverso uno snellimento delle procedure nell’esecuzione dei piani di controllo”.
Storno e cinghiale per Confagricoltura vanno abbattuti con il metodo delle segnalazioni agricole
Per lo storno, che è una specie cacciabile in deroga, va resa possibile una drastica riduzione numerica attraverso piani di controllo efficaci e snelli. Quindi bisogna andare avanti, continua il presidente regionale, con lo strumento delle “segnalazioni agricole” ed estenderle a tutte le specie di ungulati in particolare nei territori a bassa e nulla densità (es. caprioli in pianura e daini nel Bosco della Mesola), cioè di fatto al danno sulle coltivazioni deve seguire un’azione sui prelievi; avanti anche con le misure di autodifesa dell’agricoltore (e/o coadiuvante) dal cinghiale come anche da corvidi, piccioni e storni.
Inoltre il piano «non chiarisce il futuro ruolo degli ATC-ambiti territoriali di caccia che dovrà essere di primaria importanza nella realizzazione degli obiettivi del Piano faunistico venatorio: rispetto delle densità e attivazione degli strumenti e delle azioni di controllo su tutte le specie e su tutto il territorio».
Nel documento non si evince con la dovuta chiarezza il soggetto deputato alla prevenzione nelle aree protette e dalle specie protette. «Non è chiaro chi fa e che cosa. L’agricoltore non può continuare ad accollarsi i costi della prevenzione che invece spetterebbero all’ente pubblico: i bandi regionali non bastano e non rispondono alle varie problematiche» dichiara Tosi.
La fauna selvatica fa troppi danni
"Sono troppi 2.500.000 euro annui di risarcimenti (o meglio di contributi) all’agricoltore per danni da fauna selvatica in Emilia Romagna nel 2014 (tra le specie più impattanti c’è il cinghiale seguito dallo storno): significa che le densità faunistiche sono eccessive e che gli strumenti di prevenzione sono stati sicuramente insufficienti. In più tale costo ricade alla fine sui cittadini". Risarcimenti che peraltro, sottolinea il presidente degli imprenditori agricoli, non vengono erogati a tutti i danneggiati.