Sulla sentenza della Corte Costituzionale, che ha annullato cinque disposizioni approvate dalla Liguria nel 2015 (parte delle quali erano già state abrogate con successiva legge), interviene una nota delle associazioni animaliste Lac, Wwf, Enpa, Lipu e Lav, le quali evidenziano che il Governo ha impugnato la norma a seguito di un loro esposto.
Poi nel merito della sentenza scrivono: “lo smantellamento parziale delle polizie provinciali più volte criticatosi rivela ora un boomerang per la pubblica amministrazione locale. Non è possibile sostituire i guardiacaccia pubblici con cacciatori privati per le azioni di contenimento delle specie problematiche per l’agricoltura”.
"E’ da subito vietato abbattere gli ungulati precedentemente feriti, se il loro rinvenimento avviene nelle zone di divieto o nei successivi giorni di ‘silenzio venatorio’ (martedì e venerdì) dei periodi di caccia aperta a daini, caprioli e camosci, poiché le norme regionali avevano forzatamente derogato alla legge statale sulla caccia; in pratica il cacciatore non può recarsi in zone di divieto o in giorni di divieto col fucile o la carabina, per ricercare ed abbattere ungulati precedentemente colpiti il giorno prima" evidenziano le associazioni.