Di seguito l'intervento odierno della Confederazione Cacciatori Toscani:
O si cambia passo o la protesta delle squadre di caccia al cinghiale con la sospensione dei contenimenti continua: di fronte all’intransigenza della Regione Toscana che chiude le porte alle richieste delle squadre di caccia al cinghiale è questa la posizione emersa in un’affollata assemblea organizzata ad Arezzo da Futurcaccia Cinghilai Aretini ed a cui hanno partecipato Moreno Periccioli e Domenico Coradeschi per conto della CCT.
Una prima e forte risposta che potrebbe, in caso la sordità delle istituzioni continuasse, estendersi su tutto il piano regionale e determinare il blocco delle attività di gestione dell’emergenza ungulati. Facilmente immaginabili le conseguenze non solo per le categorie economiche che vivono di campagna, ma anche per tutti i cittadini.
Larga identità di vedute tra il rappresentante della CCT e il mondo delle squadre di caccia al cinghiale, il cui ruolo è stato disconosciuto ed in alcuni casi, in un singolare e pretestuoso rovesciamento della realtà, additato come responsabile e colpevole della degenerazione del problema. Un taglio che traspariva sin dalla sua comparsa nella Legge Obiettivo della Regione Toscana; una Legge spot, da subito contestata dalla CCT, sola tra tutte le associazioni venatorie, che sin dalle prime valutazioni applicative, ha mostrato con evidenza tutti i limiti e per la cui modifica la CCT si è da subito battuta con proposte concrete.
Cassata un’ottima legge, si è ricorsi ad uno strumento normativo straordinario, mentre occorreva semmai applicare le normative esistenti , coniugando la responsabilità dei cacciatori e delle squadre con gli strumenti del prelievo in controllo, applicando l’art 37 nelle aree sensibili.
L’impostazione scelta finisce con il produrre conflitto tra forme di caccia; l’introduzione della caccia di selezione al cinghiale infatti, è stata introdotta con il duplice obbiettivo di esercitare la caccia durante tutto l’anno nelle aree non vocate e sostituire progressivamente lo strumento del controllo (art37) in passato esercitato con ottimi risultati dai cacciatori e dai distretti di caccia al cinghiale. Oggi i numeri rispetto ai capi prelevati risultano estremamente ridotti rispetto al passato e si registrano conflittualità crescenti sul territorio da parte di quanti, spesso con scarsi controlli, si sentono autorizzati e supportati in questo ruolo di “giustizieri”. Tutto ciò con buona pace di chi, anche nel mondo venatorio, tardivamente si rende conto dei danni prodotti da quell’impianto normativo o addirittura si attarda a dar manforte alla Regione.
Necessario adesso per ricomporre le fratture e riaccendere l’interruttore delle gestione ascoltare i cacciatori e la CCT, che chiedono:
- piani di gestione articolati per gli ungulati, in particolare per il cinghiale anche per il sistema delle aree protette e degli istituti faunistici.
- ridefinizione perimetrale delle aree vocate coinvolgendo i distretti e senza avvalorare la falsa aspettativa che alla riduzione ettariale dell’area vocata corrisponda una diminuzione dei cinghiali.
- fascia di rispetto oltre i confini dell’area vocata, di almeno 500 metri per aumentare la competenza e la responsabilità delle squadre, estendendo qui sia il prelievo che la prevenzione e per evitare conflitto tra caccia di selezione e distretti, in quanto gli abilitati alla caccia di selezione al cinghiale, dovranno essere solo quelli iscritti alle squadre
- applicazione art37 come strumento necessario per limitare i danni, attivare in tempi utili gli interventi anche ai fini preventivi su tutte le aree sensibili.
- massimo snellimento delle procedure autorizzative per assicurare soprattutto negli istituti faunistici, interventi mirati ed efficaci con tutte le forme di prelievo previste e ricorrendo senza particolari orpelli, all’attivazione della braccata o della girata allargata nelle situazioni territoriali dove si rende necessaria.
- attivazione del foraggiamenti dissuasivi in punti georeferenziati, ottima forma di prevenzione soprattutto nelle aree contigue alle produzioni di qualità se attivato con intelligenza,
- rafforzamento degli strumenti del controllo e diversa organizzazione della caccia di selezione al cinghiale nelle aree non vocate nel massimo rispetto della legge e della sicurezza
E’ l’ora delle risposte
Confederazione Cacciatori Toscani |