In un comunicato dai toni trionfanti la Lav fa sapere di aver ottenuto la sospensione del Piano per il controllo dei cinghiali a Brescia. "Una decisone importante - scrive -, sia perché, a seguito della nostra tempestiva iniziativa, si interviene a bloccare sino a dicembre prossimo, mese in cui il Tar deciderà in via definitiva sul ricorso, una vera e propria strage di animali, sia perché l’Ordinanza, rilevando come il Decreto regionale presenti numerosi aspetti di inconsistenza, sottolinea che esso implicitamente riconoscerebbe l’insufficienza di quanto fatto sul piano dei metodi ecologici dissuasivi: un fatto gravissimo poiché questi rappresentano uno dei presupposti per l’autorizzazione dell’abbattimento che, in quanto extrema ratio, dovrebbe essere consentita solo laddove fosse dimostrata l’inefficacia dell’adozione di adeguate misure non cruente".
Peccato che quel piano, di marzo del 2018, in parte è stato sostituito dalle recentissime disposizioni di Regione Lombardia che permettono addirittura agli agricoltori provvisti di licenza di caccia di sparare ai cinghiali, per tutto l'anno e senza limiti. Questa per salvare i cinghiali, in esponenziale aumento in tutta Italia, è una lotta contro i mulini a vento, e porta in evidenza la distanza dalla realtà degli animalisti.
"L'accoglimento della sospensiva da indicazioni, noi ci adegueremo e redigeremo un nuovo piano - risponde lesto l'assessore Rolfi -. Nel frattempo però l'emergenza cinghiali diventa sempre più grossa".