Un calendario venatorio giudicato dai cacciatori estremamente restrittivo quello proposto dalla Giunta regionale siciliana e approvato nelle scorse ore. Di fronte alle inevitabili polemiche, l'Assessore regionale alla Caccia, Edgardo Bandiera, reagisce affermando che il documento "è la possibile sintesi tra istanze dei cacciatori, limiti normativi e tutela del patrimonio ambientale".
“Non è stato possibile consentire la cacciabilità della tortora in pre apertura, come richiesto dalle associazioni venatorie - spiega Bandiera - , perché ci siamo dovuti attenere ad un espresso divieto dell’Ispra, su questa specie". Mentre si è riusciti ad assicurare, pare, la riapertura del coniglio selvatico. “È questo - secondo Bandiera - il più rilevante aspetto di novità rispetto al calendario 2018”. Infatti, a seguito del pronunciamento del Tar dello scorso anno, ed in ragione dei dati scientifici emersi nel monitoraggio condotto dall'Assessorato in sinergia con le associazioni venatorie, possiamo riaprire la caccia al coniglio selvatico, che verrà cacciato anche attraverso il ricorso al furetto, così come espressamente richiesto dalle associazioni venatorie” annuncia l'Assessore.
"E' utile sottolineare - ha aggiunto Bandiera - che l’attività di caccia, in alcune circostanze, è utile soprattutto in quei contesti nei quali gli equilibri biologici sono saltati, a seguito di un proliferare di specie o di un sovrappopolamento, che rischia di creare non pochi danni all’ agricoltura. Si fa presente, altresì, che con l’inserimento, nel calendario 2019/2020, di quelle attività venatorie che sono state già censurate dai recenti pronunciamenti giurisprudenziali o che andavano a cozzare con il recente parere espresso dall’Ispra - ha precisato Bandiera - ci saremmo trovati di fronte ad impugnative al TAR che abbiamo voluto evitare. Relativamente al perdurare del divieto di caccia in alcune isole minori, quali ad esempio Marettimo, Salina, l’assessore Bandiera ha precisato che “nostro malgrado non è possibile in queste aree autorizzare l'attività venatoria, perché non è prevista nel Piano Regionale Faunistico Venatorio della Regione Siciliana vigente che è stato approvato diversi anni addietro. È certo altresì - ha concluso l’assessore Bandiera - che avvieremo, da subito, forti delle istanze che ci arrivano dai sindaci, dagli amministratori locali e dai cacciatori delle zone interessate, una revisione del piano che non potrà non prevedere attività venatorie, nelle forme e nei limiti previsti dalle vigenti normative, anche in quelle zone nelle quali in atto è interdetta”.