"È ormai evidente che le sedi della Federcaccia che in queste ore sono state imbrattate da scritte ingiuriose nei confronti della caccia e dei cacciatori sono frutto di un ordinato disegno e non una casualità". E' il commento della Federazione Italiana della Caccia, dopo gli episodi di queste ultime ore.
Prosegue: "troppa la distanza fra una sede e l’altra - da Perugia a Cremona, da Padova a Livorno – per trattarsi di coincidenze e impossibile pensare a spirito di emulazione essendo avvenute tutte nello stesso breve intervallo di tempo".
A trovare i responsabili, aggiunge Fidc, "ci penseranno le forze dell’ordine, alle quali peraltro spesso non sono sconosciuti. A noi basta sottolineare che ci vuole ben altro per spaventarci e non è certo qualche scritta rossa firmata Alf, sigla radicale ben nota a livello internazionale per aver rivendicato attentati contro centri di ricerca, allevamenti e altri obbiettivi tipici del delirio animalista (ma saranno poi loro? Ne dubitiamo), che ci farà smettere come organizzazione di tutelare e promuovere la caccia e come uomini e donne di praticarla".
"A noi - continua Fidc nel suo comunicato - non fanno paura e ancora meno perdere la calma. Le vetrine e i muri si puliscono con un colpo di spugna e un pennello, ma non sarà altrettanto facile per loro piegare la nostra determinazione e la certezza di essere e comportarci in modo sostenibile e secondo le leggi della natura, della scienza e dell’uomo. Anche per questo, perché in fondo ben poco li consideriamo se non un piccolo fastidio sul nostro cammino, abbiamo esitato a rispondere. Ma abbiamo pensato che le nostre sezioni sul territorio e tutti i nostri iscritti meritavano di ricevere pubblicamente un cenno di solidarietà e un invito a continuare serenamente nella loro condotta: onesta, schietta, alla luce del sole".
Federcaccia conclude con un sarcastico ringraziamento "a tutte quelle sigle ambientaliste riconosciute che ogni giorno chiedono forti riduzioni o addirittura la chiusura della caccia in nome appunto della democrazia" ma che di fronte a questi attacchi sono rimaste in silenzio. Finora infatti nessun sostegno e nessuna condanna contro questi atti di violenza perpetrati nei confronti dei cacciatori.