“L’annuncio del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa dell’imminente presentazione delle nuove norme antibracconaggio nel Collegato ambientale – dichiara Michele Mendi, del Consiglio direttivo della Lipu-BirdLife Italia – è un fatto molto positivo ma deve fare i conti con la gravità e l’urgenza della questione. Per questo chiediamo al Governo di velocizzare le operazioni e dotare il paese di strumenti deterrenti più forti di quelli attuali. Entro pochi mesi dobbiamo disporre di sanzioni dure e di controlli più serrati, senza i quali rischiamo di perdere la battaglia per la legalità ambientale”.
A compendio di questa dichiarazione la LIPU insiste nel chiedere a Governo e Parlamento di intervenire subito prevedendo sanzioni più severe e rapportate ai ricavi illeciti che se ne possono trarre e ai danni arrecati alla biodiversità, così come un rafforzamento dei controlli delle forze di polizia, anche col ripristino delle funzioni di vigilanza venatoria delle polizie provinciali.
La Lipu - forte dell'appoggio incondizionato del ministro dell'ambiente Costa, che sempre più spesso fa proprie le proposte di Lipu - chiede inoltre la previsione della responsabilità oggettiva degli istituti di caccia per gli atti di bracconaggio: laddove si verificano abbattimenti di specie protette l’attività venatoria è sospesa. “Una norma che rivoluzionerebbe lo scenario attuale - conclude Michele Mendi – responsabilizzando gli attori locali e dando un serio colpo, dal basso, alle attività illecite”.
Sarebbe come dire che siccome proseguono, con migliaia di morti, gli incidenti stradali causati da automobilisti regolarmente in possesso di patente, bisognerebbe vietare la circolazione delle auto.