Il Tar dell’Umbria ha accolto la richiesta sospensiva di Legambiente sul regolamento “Gestione del prelievo venatorio degli ungulati tramite caccia di selezione” e relativo disciplinare per gli Atc, che ha contestato in alcuni punti.
Sotto accusa la norma che prevede il recupero dei capi feriti con l’utilizzo dell’arma anche al di fuori del distretto di gestione o all’interno delle aree protette o poste a divieto di caccia accompagnati da guardie venatorie o personale della Forestale; la parte che prevede la possibilità di foraggiare i cinghiali ai fini attrattivi e quella che permette che “il conduttore di cane da traccia durante le operazioni di recupero può in caso di necessità, operare anche al di fuori del distretto di gestione o all’interno di aree protette o a gestione privata o poste in divieto di caccia, anche nei giorni di silenzio venatorio (martedì e venerdì)”.
Pur ovviamente non entrando nel merito (trattasi di sospensione cautelare), il Tar, considerata l’attualità del pericolo di danno grave ed irreparabile alla conservazione della fauna selvatica, stante l’avvio della stagione venatoria con riguardo alla caccia di selezione degli ungulati per effetto della deliberazione della Giunta regionale n. 523/2021; ha ritenuto di sospendere l’efficacia di tali disposizioni ed ha fissato la trattazione di merito del ricorso per l’ 8 febbraio 2022.
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