“Fasciarsi la testa prima di romperla non serve a nulla, oggi il mondo venatorio puó avere una grande opportunitá dall’inserimento della tutela ambientale in costituzione, bisogna saper coglierla e sfruttarla a proprio vantaggio.” Queste le parole del Vicepresidente dell’intergruppo caccia al Parlamento Europeo, che in una nota aggiunge “Spetta poi alla politica legiferare di conseguenza in maniera razionale e coerente, e ora che il mondo venatorio inizi a giocare a centro campo anziché stare in panchina, partecipando ai tavoli decisionali, evidenziando il suo ruolo gestionale a vantaggio della collettivitá”.
Per Dreosto risulta ora importante far comprendere come le pratiche venatorie, gli habitat e la stessa presenza faunistica si siano evolute e modificate nel tempo. “Molte cose, lo sappiamo, sono cambiate in peggio, altre sono migliorate. Ció che mi preme evidenziale, sia da cacciatore che da politico, é il fatto che oggi, finalmente, il mondo venatorio sta dimostrando una presa di coscienza sempre piú forte verso il proprio ruolo gestionale: chi meglio del cacciatore conosce i territori, la fauna selvatica e le dinamiche ambientali ad essi correlate; egli sa bene che se l’ambiente naturale non fornisce alle popolazioni animali ogni condizione necessaria, queste scompaiono. Per questo si impegna nei miglioramenti ambientali, spesso rimettendoci soldi e tempo libero, facendolo non solo per sè, ma nel generale interesse sociale.
Esorto quindi i dirigenti venatori a fare del proprio meglio, promuovendo iniziative, al fine di aiutare il nostro mondo a vincere quelle resistenze culturali che si basano sulla non conoscenza, del nostro settore e, soprattutto, delle dinamiche che regolano gli equilibri naturali, che noi conosciamo e proprio in forza al bagaglio di sapere che ci appartiene, dobbiamo noi stessi in primis avere il coraggio di rivendicare il nostro ruolo anziché, spesso vergognarci di essere cacciatori! E' in questo ambizioso obiettivo che voglio essere un utile strumento di divulgazione e promozione della cultura ambientale e venatoria, quella vera e pragmatica, che esprime non solo un modo di essere ma soprattutto un modo di pensare, con i piedi per terra e guardando alla realtá come siamo abituati a fare noi. Lo scopo finale sarà quello di far riconoscere ufficialmente il nostro ruolo di protagonisti nella gestione ambientale, come già avviene in molti paesi europei".
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