Le decisioni assunte dal Tar della Lombardia hanno suscitato grosse perplessità. Non si può infatti non notare come i vari tribunali regionali a volte emanino provvedimenti in contraddizione l'uno con l'altro. Come si è visto infatti in questi giorni in altre regioni, di fronte alle stesse richieste da parte delle associazioni animaliste, sono state assunte decisioni diverse.
Come Fidc già venerdì, anchce Cpa Lombardia in un comunicato sottolinea questo aspetto. "Ci sentiamo discriminati rispetto ad altre Regioni italiane che preleveranno dall’apertura le specie che in Lombardia saranno prelevabili solo dal primo di Ottobre. Riceviamo telefonate di solidarietà dai cacciatori di tutta Italia e li ringraziamo per questo gesto,contestualmente identifichiamo nell’ISPRA e nei suoi pareri il vero responsabile di quanto accaduto.Un Istituto che si conferma più che Tecnico Scentifico sfavorevole all’attività venatoria,in particolare alla migratoria". "Riteniamo vi siano gli estremi per un ricorso al Consiglio di Stato - scrive CPA - , non possiamo assistere passivamente all’arretramento costante della pratica venatoria che peraltro necessita di un armonizzazione all’Europa dell’ ormai trentennale Legge quadro n.157/92".
Anche Barbara Mazzali, capogruppo di Fratelli d’Italia in un comunicato evidenzia gli effetti importanti della sospensione cautelare. “L’udienza per la trattazione nel merito - scrive Mazzali - è stata fissata al 29 novembre e la conseguenza è che tutte le specie sopra elencate potranno essere prelevate solo dopo i 30 settembre 2022 con un grave danno per i cacciatori lombardi che ancora una volta si vedono discriminati rispetto ad altri addirittura delle regioni limitrofe come nel caso appunto dell'Emilia Romagna dove il ricorso è stato completamente rigettato”.
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