Anche il Presidente Anlc Paolo Sparvoli in una nota commenta le recenti novità sulla gestione della fauna selvatica e le annesse polemiche sulla stampa.
L’assurdo incubo che agita i sonni (soprattutto quelli elettorali) dell’arcipelago animalista e di certe frange della sinistra più verde che rossa, si è materializzato.
Un governo un po’ meno schiavo delle ideologie animaliste ha varato un provvedimento che in quasi tutte le parti del mondo compresa l’Europa, passando dalla Lituania alla Spagna, dalla Svezia alla Germania, rappresenta una normale e saggia forma di utilizzazione delle risorse faunistiche disponibili sul territorio.
Risorse che sono non solo sostenibili e rinnovabili ma che garantiscono alimenti di una salubrità eccezionale e – cosa fondamentale – permettono agli animali di vivere una vita veramente dignitosa, in totale libertà e senza la costrizione di essere bombardati di antibiotici e ormoni dell’accrescimento.
Qui da noi invece, anche se le trattorie e le fiere sparse un po’ dovunque offrono da sempre prelibate pietanze a base di selvaggina, e fanno registrare prenotazioni file enormi, il fatto di aver varato una norma che permetta il consumo controllato della fauna selvatica ha suscitato un’ondata assurda e immotivata di sdegno. Eppure, senza addentrarci nelle varie motivazioni e nelle misure “alternative” proposte dai diversi schieramenti dell’opposizione, basta dire che il governo ha previsto anche concrete misure di salvaguardia del benessere animale oltre a tutta una serie di provvedimenti fiscali in favore dei possessori di animali d’affezione e di severo contrasto al commercio illegale e ai maltrattamenti.
Non c’è niente da fare, ormai è chiaro come il sole che questo non è un problema scientifico e nemmeno morale ma solo una questione ideologica e anche politica, e l’obiettivo vero e unico di tutto questo clamore davvero immotivato, è sempre e solo uno: fare una pulizia etnica e antropologica cancellando la “specie cacciatori” dalla società civile.
Ma, almeno per ora, non ci riusciranno. Anche se uno dei nostri più acerrimi nemici come il verde Bonelli continua a gridare “Vergogna” invece di essere il primo a doversi vergognare, dimettendosi immediatamente per essersi preso gioco dei propri elettori candidando (e facendo entrare in parlamento) un personaggio che pur avendo diritto al titolo di dottore, sembra non meritare davvero l’appellativo di onorevole.
Paolo Sparvoli
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