Riceviamo e pubblichiamo:
La proposta fornita dalla Regione ricalca quella degli anni precedenti con alcune novità tra le quali il posticipo della chiusura alla Beccaccia al 31 gennaio. L’ARCI Caccia, ispirandosi come sempre al principio della sostenibilità tecnico-giuridica delle scelte (rammentiamo che ormai da lunghi anni la Regione non ha contenziosi al TAR e noi giudichiamo prioritario garantire certezza del diritto e garanzie rispetto ai rischi di ricorsi e sospensive) giudica positivamente la novità ma ha chiesto di conoscere la documentazione scientifica a base di tale scelta che si discosta, come noto, dalle date di inizio della migrazione pre-nuziale indicate da ISPRA. L’Ufficio ha risposto di avere dati nuovi ma, nella riunione non sono stati esibiti.
Inoltre, nella riunione illustrativa del CTFVR, sono state proposte quattro giornate di “preapertura” al cinghiale nel mese di ottobre. Anche qui avremmo comunque voluto conoscere le motivazioni a sostegno per evitare il superamento dell’arco temporale massimo su cui ISPRA e giurisprudenza sono inflessibili e comunque mantenendo obiezioni di natura tecnica su tale ipotesi, almeno in alcune aree della regione, che comunque anche nelle bozze di calendario fornite sembra ormai tramontata.
Abbiamo chiesto la ragione del mancato inserimento delle cinque giornate alla migratoria nei mesi di ottobre e novembre (malgrado le promesse fatte dalla Regione l’anno scorso) e ci è stato detto che la documentazione non è ancora pronta.
Inoltre, non ci è stato presentato nulla concernente le Deroghe; tra l’altro abbiamo rammentato l’obbligo per la Regione, con scadenza fine 2023, di predisporre un piano di gestione della fauna problematica ai sensi delle recenti modifiche all’art. 19 della L. 157/92: ma su questo documento non sono state fornite informazioni.
Vorremmo che la Regione si attivasse per definire la procedura della caccia in deroga allo storno e si facesse promotrice nella Conferenza Stato Regioni per la definizione ed approvazione del Piano di Gestione per il prelievo della Pavoncella. Non è stata fornita una proposta completa di preapertura, né di posticipo della chiusura al 10 febbraio.
Vogliamo ribadire che, su questo argomento, siamo contrari alla perdita di giornate alla caccia ai corvidi, che si avrebbero introducendo alcune giornate dedicate unicamente a questo specifico selvatico in preapertura, con conseguente perdita di giornate per l’addestramento dei cani.
Pertanto, se, come ovvio, la caccia alla tortora selvatica si riduce, di fatto ad una o due giornate, e la caccia a gazza e cornacchia segue la stessa temporalità o poco più l’ARCI Caccia chiede che per la caccia a gazza e cornacchia, si dia corso al calendario di caccia ordinario.
Sul metodo sottolineiamo che la ristrettezza dei tempi tra la convocazione con fornitura della bozza e lo svolgimento del CTFVR non consente un dibattito interno diffuso e partecipato per cui le osservazioni e le richieste sono necessariamente successive alla data di svolgimento del Comitato per
cui la Regione tecnicamente SENTE il Comitato ma non garantisce una discussione e una partecipazione alle scelte da parte del mondo venatorio.
L’ARCI Caccia del Lazio