Fidc Toscana Uct, in vista dell’approvazione di contenuti straordinari in vista della prossima stagione venatoria da parte della Regione (a seguito anche della conversione del Decreto Agricoltura), esprime contrarietà all’ampliamento di un mese della caccia al cinghiale all’interno delle aree vocate. Una misura che, secondo l’associazione “rischia di indebolire inutilmente il sistema della caccia in braccata”.
Le squadre, componente centrale per il contrasto alla PSA, rischiano di interferire, scrive Fidc, con le altre forme di caccia. Secondo l’associazione occorre superare la logica degli aumenti generalizzati non ancorati a dati scientifici ed alle reali densità di popolazione, investendo su metodi di monitoraggio innovativi per conoscere la corretta densità del cinghiale e degli altri ungulati, per intervenire in maniera mirata, garantendo così un efficace contrasto alla PSA e una corretta gestione.
Per Fidc Toscana UCT sarebbe invece urgente intervenire con decisione, per esempio, all’interno del sistema delle Aree protette, oppure realizzare un serio piano di gestione degli interventi all’interno delle Aziende Faunistico Venatorie e delle aree non vocate.
No, dunque a provvedimenti spot, scrive Fidc, ché lasciano problemi irrisolti indebolendo le squadre organizzate e a provvedimenti che "introducono forme di prelievo eticamente inaccettabili (caccia di selezione notturna, utilizzo di visori termici e foraggiamento attrattivo) che, qualora fossero recepite - scrive l'associazione - , creerebbero solo tensione e conflitto tra le varie forme di caccia ed i cacciatori, oltreché a problemi di sicurezza".
"Per questo motivo - chiude Fidc UCT - , chiederemo con urgenza un tavolo di confronto con la Vicepresidente Saccardi per evidenziare i rischi che potrebbero comportare tali decisioni, portando in quella sede le ragioni, la tradizione e il ruolo delle oltre 600 squadre di caccia al cinghiale operanti nei distretti toscani, che ad oggi rappresentano oltre 30.000 cacciatori".
Per quanto riguarda le altre proposte per il Calendario Venatorio 2024-2025 Fidc fa sapere di aver già provveduto ad inviare alla regione un corposo documento tecnico ribadendo – tra le altre questioni - la necessità di mantenere tra le specie cacciabili la Tortora selvatica, garantendone l’inserimento anche in pre-apertura.