Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri di Sinistra ecologia e liberta' (Sel), la legge che 'riforma' l'attivita' venatoria insieme a una modifica del calendario venatorio. Si introduce così il principio della 'densita' venatoria sostenibile' di selvaggina ai fini del controllo della prolificazione degli ungulati.
La votazione - si legge in una nota dell'Ansa - e' stata preceduta da un lungo dibattito in aula, dovuta anche ai numerosi emendamenti, alcuni dei quali approvati, presentati da Udc e Pd e in larga parte dai consiglieri Sel. A essere approvato, a maggioranza con l'astensione del Pdl, anche un ordine del giorno presentato dall'Udc. Il testo impegna la Giunta a richiedere al Governo le risorse destinate alle Regioni per l'attivita' venatoria, istituite dalla Finanziaria del 2000 e non piu' inserite a partire dal 2003.
Con la riforma regionale, la pianificazione del prelievo degli ungulati sara' assegnato alle Province, con la possibilita' di autorizzarne l'abbattimento in qualsiasi periodo dell'anno, in caso di danni all'agricoltura. In caso di danni alle coltivazioni ed alla zootecnica potranno essere autorizzati abbattimenti mirati anche per storno, tortora orientale dal collare e piccioni. Le Province avranno totale competenza in materia di pianificazione e programmazione, e lo strumento di riferimento sara' il 'Piano faunistico venatorio provinciale'. La norma indica inoltre le regole per la creazione di aziende faunistico-venatorie ed aziende agrituristico-venatorie (con minimo 100 ettari).
Per la vigilanza dell'attivita' venatoria sara' utilizzato anche il corpo di polizia municipale, oltre a guardie giurate e guardie forestali e campestri delle Comunita' montane. Per i cacciatori sara' inoltre possibile vendere i capi abbattuti in occasione di sagre e manifestazioni enogastronomiche. Tra le novita' nella caccia al cinghiale: l'obbligo per i cacciatori di indossare indumenti ad alta visibilita', e la possibilita', in casi specifici ed autorizzati dalla Provincia, di effettuare gli abbattimenti su terreno innevato. La legge sul calendario venatorio prevede che la caccia sara' aperta dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio.
Il provvedimento e' stato illustrato in aula dal presidente della commissione agricoltura Aldo Manetti (Prc) che ha spiegato come ''abbiamo dato una precisa risposta ad un problema emergente, mettendo al centro dell'interesse il mondo agricolo, in un grave momento di crisi economica, regolando diversamente l'attivita' venatoria''. “Siamo riusciti a sgomberare il campo da due concezioni estreme: - ha continuato Manetti - caccia ovunque e no alla caccia. Anche per far fronte all’emergenza ungulati –ha detto Manetti- che producano danni all’agricoltura, ai boschi e spesso agli automobilisti, visti i tanti incidenti che sono successi. Cerchiamo, così, di non rendere irreversibile lo squilibrio che si è determinato tra le specie ed in alcune zone. Certamente –ha concluso il presidente della Commissione Agricoltura- quando si allentano i cordoni dell’attività venatoria si può incorrere in qualche pericolo, per questo occorre osservare e controllare ciò che avverrà”.
Per il presidente della Giunta regionale, con delega all'agricoltura, Claudio Martini ''sul tema della caccia il 100% dei consensi non si trova mai, ma abbiamo fatto un grande sforzo''. Martini ha poi 'bacchettato' i consiglieri di Sel per il numero di emendamenti presentati ''che non vorrei diventassero un elemento di ostruzionismo perche' va deciso un orientamento'' sulla materia.
(Ansa)