Come annunciato, la puntata di Ambiente Italia (rai tre) in diretta sabato 13 febbraio dal parco dei Colli di Bergamo, si è occupata di caccia. Si è data così voce, seppur in continua alternanza con gli ambientalisti, alle ragioni del mondo venatorio, sul quale dal momento dell'approvazione dell'articolo 38 in Senato è caduta la mannaia della disinformazione di giornali e tv, al grido di “deregulation venatoria” e “caccia tutto l'anno”.
Dopo un breve filmato introduttivo sulla passione dell'arte venatoria in Italia, è il conduttore Beppe Rovera a riportare il discorso su opposte posizioni, senza nascondere la propria avversione per la caccia: “che passione è andare in giro a sparare agli uccelli?” chiede ad uno dei cacciatori presenti. Interviene poi Giorgio Celli, etologo e scrittore veronese impegnato sul fronte animalista, che usa parole altrettanto sprezzanti: “come si fa – dice – a considerare uno sport una cosa che comporta spargimento di sangue?”. Secondo Celli le norme ora alla Camera “colpiranno i migratori in modo molto grave in periodi delicati” e i cacciatori italiani rispetto a quelli di altri paesi europei, sarebbero irrispettosi della natura e incapaci di riconoscere le specie cacciabili da quelle protette.
Ad abbassare i toni del discorso è il Senatore Valerio Carrara che al microfono di Rovera – il quale è convinto che Carrara sia stato l'artefice dell'emendamento presentato in Senato -,spiega come la disinformazione sull'argomento sia elevatissima. “L'emendamento in Senato è stato presentato dal relatore e approvato dal Governo, per far sì che qualsiasi piano faunistico venatorio venisse vagliato attentamente dall'Ispra in relazione alla Direttiva Uccelli dell'Unione Europea e per evitare che venissero fatti degli abusi in materia di caccia. Noi abbiamo legittimato le regioni a legiferare sulla caccia quando abbiamo modificato l'articolo 5 della Costituzione”.
Si tratta dunque di armonizzare la legge italiana rispetto alle norme comunitarie e permettere una caccia più in sintonia con i tempi del patrimonio faunistico. Con questa norma, spiega Carrara, si trasforma la gestione da “programma politico” a “programma biologico” a seconda del passo degli uccelli. “Non vogliamo allungare il calendario – puntualizza - ma armonizzarlo perchè l'apertura della caccia in Sicilia è diversa rispetto all'apertura in Lombardia. Noi in zona Alpi, spiega ancora Carrara, andiamo a caccia un giorno all'anno e apriamo la caccia il 13 di ottobre, non abbiamo altra possibilità”.
Gianluigi Cortinovis, Presidente Parco dei Colli di Bergamo spiega come la caccia sia un'attività perfettamente integrata alle altre nell'area che raggruppa 10 comuni, per un territorio boschivo pari a 2200 ettari. Qui i 50 km di sentieri e i 14 km di piste ciclabili sono gestiti grazie all'opera di volontariato dei cittadini cacciatori e non, che portano avanti con le proprie forze ed in armonia l'obiettivo di conservare le proprie tradizioni (tra cui rientrano anche i numerosi capanni) e il patrimonio storico e artistico (come il monastero di Valmarina) che caratterizza questo importante territorio.
Ancora sulla Comunitaria interviene il presidente dei Verdi Angelo Bonelli in collegamento da Roma “l'emendamento passato al Senato non recepisce ciò che la direttiva comunitaria chiedeva e si va a una sorta di discrezionalità delle regioni di allungare il calendario venatorio”, secondo Bonelli questo porterà a “colpire in modo definitivo, mortale, le specie nei periodi di riproduzione”. Per il Wwf c'è Paola Brambilla, presidente della sezione lombarda per la quale togliere i limiti alla caccia è “una politica dal corto respiro” in un momento in cui occorre invece intensificare le misure a tutela della biodiversità, per esempio eliminando la caccia in deroga così come prevista.
Un servizio realizzato in Toscana mostra poi Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia: “Siamo di fronte ad una proposta provocatoria – dice - che almeno la maggior parte dei cacciatori non vuole. Questo farà certamente comodo alla lobby degli armieri ma non a chi gestisce il territorio”. Il servizio spiega che Arcicaccia rivendica l'equilibrio che aveva portato la 157/92, ora messo in crisi dall'ala estrema del mondo venatorio.