Continua in Liguria l'offensiva dei Verdi per l'ottenimento di test antidroga e antialcool per i cacciatori, iniziativa criticata da gran parte degli esponenti dei ogni altro gruppo politico e considerata da molti una semplice trovata per delegittimare la caccia e ricondurre ad essa l'immagine di praticanti di un'attività pericolosa.
Così si è espresso recentemente Angelo Spanò, consigliere provinciale dei Verdi a Genova. “Pensiamo che chiunque disponga di un’arma da fuoco, compresi i cacciatori, debba essere attentamente monitorato” ha detto. Ma Spanò se la prende con tutto il settore armiero italiano: “ricordiamo che nel 2009 l’Exa, la mostra internazionale delle armi sportive, security e outdoor, ha ricevuto addirittura il patrocinio del Ministero dell’Interno: un favore alla lobby armiera, impegnata in Parlamento – per bocca del senatore Pdl Franco Orsi – alla promozione di un ddl per ‘liberalizzare’ la caccia selvaggia”.
A fare eco all'esponente dei Verdi, c'è la consigliera regionale in Liguria Cristina Morelli che ha citato i bilanci diffusi ultimamente riguardo all'uso non attento delle armi da fuoco coincidenti il periodo della stagione venatoria (54 morti e 86 feriti), anche se non ovviamente tutti cacciatori, ma semplicemente possessori di un'arma.
“Un bilancio tragico - ha detto la Morelli - che ci porta a sostenere come l’uso delle armi da fuoco debba essere attentamente controllato. Purtroppo sappiamo come il business delle armi da fuoco sia un affare d’oro. La produzione complessiva di armi lunghe, fucili da caccia, da tiro e da precisione, corte e “repliche” a salve nel nostro Paese ha toccato nel 2008 gli 819mila pezzi”.
Un comparto sicuramente importante, aggiungiamo noi, che dà lavoro a molte persone e contribuisce alla valorizzazione della manifattura di qualità del made in Italy.