Amici cacciatori stiamo attenti a come parliamo e a come d’ora in poi agiremo; la lingua, la mente e il cuore in questo momento devono essere un tutt’uno.
A Roma io c’ero già dalle 7 di mattina e penso di essere stato sul primo pullman che è arrivato in Piazza della Repubblica. Ho potuto seguire e sentire telefonate di amici in difficoltà che dal nord, come dal centro e sud Italia, a causa di neve e maltempo, stavano giungendo a Roma non per Orsi, non per Berlato, Caretta o Sparvoli (spero che costoro non me ne vogliano a male), e non certo per i ministri dai capelli biondi o rossi, ma per noi tutti, per la nostra passione e la nostra dignità. Se noi siamo però potuti andare a Roma, dobbiamo dire sicuramente grazie anche a loro per avercelo permesso organizzando questa straordinaria manifestazione. Chi continua a ironizzare o cercare di sminuire questa giornata non deve più ritenersi e parlare come cacciatore, in quanto devono prevalere democraticità e rispetto per tutti. E’ la prima volta che in Italia, affianco a noi, si sono veramente unite tutte le associazioni più importanti moderate ambientaliste e vicine al mondo della ruralità o dell’allevamento amatoriale. Questo sarà ben merito di qualcuno!!!!!!
E allora, corrette e puntuali le precisazioni che la segreteria della Libera Caccia, come quelle della Confavi, hanno indicato in questo iniziale comunicato e negli altri a seguire. Grandi sono stati anche i numerosi vetturini di Roma che erano giunti già alle 8 in Piazza della Repubblica e sono stati con noi per più di due ore, anche se poi a causa del maltempo (giustamente ci tengono alla salute dei loro cavalli!!), hanno poi deciso di portarli nelle scuderie al riparo, perché con loro vivono e lavorano ogni giorno, come noi facciamo con i nostri cani. Bravi i cacciatori alpini di Belluno che nei loro costumi tradizionali hanno sfilato con code di gallo forcello sul cappello e loden verdi; uno, in particolare, aveva un camoscio che fuoriusciva dallo zaino, il quale ha suscitato tanta curiosità e scatti fotografici, come pure il suono ininterrotto dei campanacci degli alpeggi di Asiago dell’alto Vicentino portati dai cacciatori di montagna.
Mai associazioni come Fare Ambiente, Wilderness Italia, Federfauna, F.O.I., Confagricoltura, Aisad, Ambiente e/è Vita, A.R.C.A. 113 Ecologico Onlus, e poi altre di settore come la FIMOV., l’Ass. Naz. Arcieri e molte altre, hanno visto i loro presidenti salire sul palco e dichiarare di stare al nostro fianco con solidale, sincera comunità di intenti. Ho potuto inoltre abbracciare il nostro Bruno Modugno che era lì, con la sua telecamera; gli autorevoli rappresentanti dell’Editoriale Olimpia Marco Ramanzini e Saverio Patrizi, e il giornalista C.N.C.N. Mauro De Biagi. Riflettete gente, riflettete! Attenzione ministri dai capelli rossi e biondi, le somme delle tessere di questo sempre più nutrito e variegato mondo, se non vi interessano, ditelo chiaramente e sapremo agire di conseguenza.
D’ora in avanti quando parleremo, dovremo portare maggiore rispetto anche a tutte quelle donne, a quei bambini in età scolastica, a quei disabili sulle sedie a rotelle capannisti lombardi e veneti (meno fortunati nella vita di noi) che con noi hanno sfilato animati dalla nostra stessa passione, sicuramente molta di più di quella di qualcuno che sta parlando a vanvera.
Rispetto e particolare elogio ai membri di quei pullman misti e senza bandiere di Federcacciatori, di ANUU Migratoristi e di altre associazioni provenienti dalla Sicilia (ad esempio da Catania, bravo Prof. M.G., autorevole primario, il tuo pullman ha un valore particolare per come vi siete autofinanziati e organizzati in mezzo a tante, tante difficoltà; peccato per tutti quelli che nelle ultime ore non avete più potuto accogliere con voi e portare a Roma), e poi ai quei gruppi dalla Calabria (in particolare Reggio e Cosenza), da Savona (Loano, Pietra Ligure, Albenga), dalle Marche (quattro pullman solo da Iesi e Fabriano), dalla Sardegna, dalla provincia di Brindisi e Bari (bravi i presidenti della Libera Caccia e Confavi per come li hanno organizzati accogliendo tutti tra loro, indipendentemente dalle tessere). Ed anche al C.P.A. di Ravenna e ai romagnoli giunti numerosi in treno per ricordare il problema delle cacce in deroga. Lo stesso dicasi per l’Ass. Cacciatori Lombardi, come pure per i Cacciatori Veneti di Verona per quanti ragazzi cacciatori e futuri cacciatori dai 16 ai 20-22 anni hanno sfilato in gruppi compatti, formati da solo loro coetanei. In ordine di importanza: straordinaria la regione Veneto, e poi il Lazio, la Lombardia, la Campania, la Toscana, l’Emilia Romagna e le Marche, frutto del lavoro fatto da Libera Caccia, Confavi e C.P.A., sempre con una mano tesa e con la porta aperta a tutte le altre associazioni.
Ciechi bisogna essere per non aver visto, durante tutte le due notti, sulle reti autostradali principali da nord a sud, l’intasamento di pullman nelle stazioni di servizio e le difficoltà affrontate da noi tutti anche solo per usufruire dei servizi igienici, come pure le lunghe colonne di pullman fermi per ore al ritorno sull’attraversamento dell’Appennino Firenze-Bologna. E quelli che, ora sappiamo, lì hanno trascorso la notte perché l’autostrada è stata poi chiusa per l’abbondante nevicata. Si devono poi elencare i pullman dal sud e dal nord che, per vari motivi e problemi logistici, sono giunti con difficoltà e forti ritardi a Roma, ma loro devono sapere che contano allo stesso modo di noi che abbiamo sfilato, perché sappiamo che erano partiti ed erano con noi col cuore e con la mente. I pullman che per il traffico si sono fermati ad Anagnina e sono giunti alla stazione Termini con le metropolitane. E tutti quelli che alle 9.30/10.00, giunti in tren,o hanno intasato l’interno ed esterno della stazione Termini per aspettare amici provenienti dalle diverse località.
A chi ha osato dire falsità, preciso: io sono partito da Mestre (VE) con un pullman doppio di due piani con 80 posti, sul quale c’erano un presidente di sezione ANUU, il presidente naz. dell’A.R.C.A. 113 Ecologico Onlus, il Vicesindaco di Jesolo, i soci della Libera Caccia, della Confavi e della Federcaccia uniti, convinti e decisi a non fare né polemiche tra noi, né battute di cattivo gusto, ma solo con tanta voglia di esserci e partecipare con ordine, ma certamente con tanta determinazione.
C’erano anche due signore con noi, signore con la S maiuscola, e ora vi spiego perché. Una, dai capelli bianchi, quando le dissi brava per il coraggio e la voglia di affrontare quei disagi con noi, mi rispose: “Come avrei potuto non partecipare, mio padre è stato cacciatore, ho mio marito qui affianco a me e, girandosi con l’indice della mano, mi indicò nei sedili retrostanti, quello è mio fratello, manca solo mio figlio che per motivi di lavoro improrogabili non è potuto essere con noi”. L’altra signora, giovanissima, con il marito pasticcere e quindi con un’attività in proprio impegnativa, era lì e affermava in un giorno di lavoro: “Capisco la grande passione di mio marito ed è per questo che ho voluto essere al suo fianco”. Riflettete gente, riflettete e non fraintendetemi quando dico impariamo ad avere più rispetto tra di noi e a guardare la sostanza delle cose e non rancori personali, strumentalizzazioni di origine politiche o lanciare notizie e pensieri non veritieri. Io spero che dai balconi della sede nazionale della Libera Caccia, in Viale Cavour, una telecamera possa aver ripreso dall’alto quello che sventolava e che rumoreggiava lungo tutti i chilometri della sfilata e lì vi sarà la verità documentata per sempre.
Come quattro anni fa, anche questa volta, quando la testa della manifestazione è arrivata all’Altare della Patria, davanti al palco, la coda del corteo a Piazza della Repubblica non si era ancora mossa. Fatti e non parole, certo non “cazzate” come qualcuno ha avuto il coraggio di asserire.
Aspetti che noi tutti dobbiamo con forza e con lo spirito, anche del tam-tam vocale, far sapere a tutti gli amici cacciatori e non, certi e speranzosi che alle prossime manifestazioni, “se dovranno ripetersi”, ci saremo veramente tutti, di tutte le associazioni che hanno veramente nel cuore i nostri diritti e le nostre sane passioni, con ordine e rispetto per la città di Roma e dei suoi residenti.
Non diamo retta a chi ci vuole dividere dicendoci che il futuro sarà riservato in modo diverso per i cacciatori di serie A-B-C……Z. Tutte le forme venatorie europee sono meritevoli di attenzione e rispetto, l’Italia ha una straordinaria biodiversità venatoria, fatta di tante culture e forme regionali diverse che dobbiamo con altruismo egualmente difendere.
Grazie a tutti quelli che hanno voluto leggere fino in fondo questo mio sincero sfogo, scevro da intenti strumentali.
Roberto Basso