Un nuovo divieto al trasporto di munizioni nelle stive degli aerei, in vigore dal prossimo 29 aprile, penalizzerà la possibilità di cacciare all'estero per chi vive in Europa. Grazie alle “disposizioni particolareggiate per l'attuazione delle norme fondamentali comuni sulla sicurezza dell'aviazione civile”, le munizioni non potranno infatti essere più trasportate in aereo nemmeno come bagaglio da stiva.
Dopo l'annuncio dell'interrogazione al Parlamento europeo di Sergio Berlato, le reazioni della caccia non si sono fatte attendere. Alessandro Salvelli, presidente della sezione veronese di Federcaccia ha inviato una lettera all'onorevole Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, sollecitando un suo interessamento perchè il regolamento venga quanto meno ridiscusso in termini favorevoli all'attività venatoria, visto che i viaggi di caccia coinvolgono almeno il 30 per cento dei praticanti.
“Questo decreto – ha dichiarato Salvelli al quotidiano l'Arena - per la parte che riguarda i cacciatori, è un danno gravissimo per il turismo venatorio e per lo sport collegato all'utilizzo delle armi, come il tiro con la pistola, la carabina e l'arco”. Per Salvelli si tratta in particolare di un “nuovo attacco alla caccia”, visto che – precisa - dal punto di vista della sicurezza il nuovo provvedimento non ha alcune effetto in più rispetto a quanto già succede oggi.
“Infatti – puntualizza Salvetti - finora il cacciatore che si presenta all'aeroporto con fucile e munizioni si reca dalla polizia aeroportuale e ne denuncia il possesso consegnando l'arma e le cartucce. È la polizia a prendersi in carico tutto e a provvedere alla sistemazione nella stiva dell'aereo, dando mandato ai colleghi dell'aeroporto di arrivo di consegnare tutto ai proprietari. Tra l'altro”, aggiunge Salvelli, “la componente deflagrante delle cartucce è molto limitata e sicuramente inferiore al carburante trasportato dall'aereo stesso”.
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