In attesa dei regolamenti applicativi della nuova legge, la Regione deve adottare interventi immediati per raggiungere gli obiettivi urgenti che la stessa si è proposta, ed affrontare da subito l'emergenza selvatici. Lo chiedono Coldiretti e Federcaccia in un appello diretto ai vertici dell'istituzione regionale. L'avanzata degli ungulati, sostengono, danneggia pesantemente l'agricoltura, minaccia l'ecosistema e la sicurezza di chi percorre le strade toscane.
“La legge regionale – scrivono le due associazioni – è un passaggio decisivo per l’agricoltura, la caccia, l’ambiente e la difesa della biodiversità. Infatti risponde con il rafforzamento degli strumenti di gestione e con una ulteriore responsabilizzazione della componente venatoria alla sfida inedita e straordinaria creata dalla crescita abnorme degli ungulati sul territorio”.
Pur consapevoli del complesso percorso dei regolamenti attuativi, che richiede approfondimenti adeguati e valutazioni attente, le due associazioni chiedono l'attivazione immediata di “azioni ordinarie ed all’occorrenza straordinarie di gestione per raggiungere e mantenere una densità di ungulati compatibile con la presenza di altre specie e con le attività produttive, a cominciare da quelle agricole, le più penalizzate dalle crescita fuori controllo dei selvatici”. In particolare occorre arrivare al contenimento dei caprioli per evitare pesanti danni alle coltivazioni vinicole di pregio.
Ma l'appello si riferisce anche ad altre questioni. Si chiede che “vengano riaperti i termini per l'iscrizione dei cacciatori toscani ad ulteriori ATC” e che venga regolata la mobilità venatoria in tempo utile per l’apertura della prossima stagione.
Coldiretti e Federcaccia sollecitano poi la Regione a definire le modalità per l’esercizio del potere sostitutivo, nel caso in cui le Province non approvino o non realizzino piani straordinari di gestione degli ungulati, e a verificare il rispetto dei tempi e dei compiti che la legge affida alle Province (tra gli altri, determinazione delle densità sostenibili degli ungulati, adozione dei piani di gestione e prelievo per garantire le densità sostenibili, individuazione delle cosiddette delle aree in cui la presenza degli ungulati non è compatibile con lo svolgimento delle attività agricole; il termine fissato dalla legge è scaduto il 31 maggio scorso). Sull’argomento le associazioni chiedono all’ Assessore all’agricoltura un incontro “per decidere, dove necessario, l’adozione di ogni atto utile al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla legge”.
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