La possibilità di aprire la caccia di selezione all'interno del Parco dell'Adelasia proposta dall'assessore regionale Carlo Ruggeri e caleggiata anche dalla Provincia di Savona è al centro di un aspro dibattito che vede la dura opposizione delle associazioni animaliste e ambientaliste, che vedono nel provvedimento un “favore ai cacciatori”. Sull'argomento scende in campo anche la Coldiretti provinciale, che invece auspica la possibilità avviare una gestione faunistica che salvi la coltivazioni.
“E’ evidente – dichiara il Vice Presidente di Coldiretti Savona Pierluigi Cesio – che le dimensioni della Riserva Regionale dell’Adelasia, all’interno della quale era vietato ogni tipo di intervento di carattere venatorio, sono tali che, come già in altre zone analoghe, il rischio che diventino veri e propri santuari di ungulati è altissimo. E’ altrettanto evidente che questo provoca un aumento considerevole della pressione degli ungulati sulle zone coltivate circostanti la Riserva. Tale situazione si sta facendo sempre più pressante ed insostenibile con il conseguente aumento esponenziale dei danni alle colture e delle richieste di risarcimento degli stessi”.
Per questa ragione gli agricoltori si dichiarano disponibili a collaborare con le istituzioni competenti al fine di limitare i danni alle coltivazioni nella stesura del nuovo protocollo di intesa e della polizza di risarcimento dei danni.
All'apertura della selezione nel parco per Coldiretti andrebbero associate altre iniziative: “Si potrebbe – dichiara Cesio - ad esempio ridurre la zona di riserva pura e semplice nella quale vietare ogni tipo di intervento venatorio e creare attorno alla stessa, ma sempre all’interno della Riserva, una fascia dove al contrario sia possibile espletare l’attività di prelievo venatorio riducendo così drasticamente il rischio di danni nelle zone coltivate confinanti”.