Riceviamo e pubblichiamo:
Leggendo Il calendario venatorio 2010/11 della Provincia di Arezzo ci accorgiamo che presenta alcune novità rispetto agli anni scorsi. In ordine cronologico si possono riassumere nei seguenti punti:
- Riduzione del periodo per l’allenamento e addestramento dei cani, che parte dal 21 di Agosto e non, come sarebbe previsto dalla Legge Regionale dal 15.
- Anticipazione dell’apertura al cinghiale già dalla terza domenica di settembre sia nelle aree vocate sia in quelle non vocate;
- Chiusura anticipata all’8 Dicembre per la femmina di Fagiano.
- Chiusura anticipata al 15 gennaio per la caccia alla Beccaccia.
Pur comprendendo le enormi problematiche del territorio aretino (di cui una buona percentuale è vincolata a divieto di caccia!) siamo stupiti di come alcune di queste decisioni sono in realtà piuttosto inutili e fini a se stesse.
In particolare ci chiediamo che scopo ha ritardare l’allenamento dei cani di una settimana? Capiamo bene che, nel periodo estivo,ci possono essere delle problematiche legate alla giovane età della selvaggina, in particolar modo del fagiano ma, vi siete mai chiesti quanto può crescere un pulcino di fagiano in una settimana? Sicuramente non abbastanza da poter attuare strategie difensive migliori nei confronti dei cani….
Tale limitazione però viene a cadere in una annata particolare, visto che, dopo la recente approvazione della nuova normativa regionale, ogni cacciatore può allenare il proprio cane solo negli ATC di appartenenza, amplificando così tale limitazione per i cacciatori iscritti agli ambiti provinciali, che si vedono penalizzati rispetto a quelli di altre province.
Per quanto riguarda l’anticipo del periodo di caccia al cinghiale al 19 di settembre, ci auguriamo che il rapporto costi/benefici di tale decisione in termine di sicurezza per cacciatori e cittadini rimanga ai più alti livelli; per quanto riguarda l’incremento delle popolazioni di questa specie riteniamo che, senza un allargamento della caccia all’interno delle aree protette ogni misura intrapresa verrà vanificata dalle capacità del cinghiale di sfuggire alla pressione venatoria rifugiandosi al loro interno per poi colonizzare nuovamente i territori esterni.
Per le chiusure anticipate al fagiano femmina ed alla beccaccia,si pongono alcune domande che vorrei porre a coloro che sono preposti alla gestione del territorio:
- Ci sono delle popolazioni di fagiano tali da soddisfare le oneste aspettative venatorie dei cacciatori aretini all’interno dei loro ambiti?
- Ci sono delle popolazioni con densità ottimali nelle ZRC?
- Ci sono dei dati dai quali scaturisce la necessità di una chiusura anticipata alla beccaccia?
In mancanza di esaurienti risposte a questi quesiti, come cacciatore, mi sento discriminato e penalizzato da parte di una Amministrazione che non tiene conto del mio diritto di esercitare la caccia e che, tanto mi concede nella speranza di risolvere il problema dei cinghiali, ben sapendo che le misure intraprese sono solo dei pagliativi che consentono di rimandare ad altri tempi la vera soluzione del problema.
Maurizio Montagnani
Presidente regionale toscano C.P.A