Mentre il Tar del Veneto riunito in Camera di consiglio discuteva il ricorso della Lac sulla delibera di giunta che ha approvato la caccia in deroga a Pispola, Prispolone, Storno, Fringuello, Peppola e Frosone, fuori dal palazzo, come annunciato, uno sparuto gruppo di anticaccia manifestava il proprio dissenso verso le deroghe con tanto di cartelloni "no al lodo Zaia salva bracconieri" o "la legalità non ammette deroghe" ricordando inoltre che "la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato".
Quest'ultima affermazione contraddice gli stessi intenti della Lac, associazione che ha presentato il ricorso, visto che proprio in questi giorni ha annunciato l'intenzione di ottenere un risarcimento da parte dei cacciatori per ogni esemplare cacciato in deroga. Al sit in hanno partecipato esponenti di Lac, Lipu, Lav, Enpa, Anpana, Dingo e Wwf, "quasi una cinquantina" secondo Il Corriere del Veneto.
Tornando all'esame dei giudici della prima sezione del Tar, Farina, Borea e Rovis, il quotidiano riferisce che è la discussione è stata lunga ed impegnativa ma la decisione è stata rimandata a questa mattina.
Foto: Corriere della Sera