Il
Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale non viene convocato da oltre un anno (sulla questione a novembre scorso il Pd ha presentato
un'interrogazione parlamentare al Ministro Galan, invitandolo a rispondere in particolare sulla mancata consultazione del Comitato in ordine all'approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni dello
stato di applicazione della 157).
L’interrogazione presentata dalla deputata Susanna Cenni, chiedeva conto anche del ruolo svolto dal Comitato ‘Animal Friendly’, costituito dalla ministra Brambilla, di cui fanno parte numerose associazioni che sono anche componenti del Ctfvn, considerato che risulta che si occupi di proposte di modifica alla legge 157. Secondo Cenni la mancata convocazione del tavolo dimostrerebbe che “nessuno di fatto in questo Paese governa sul serio la materia venatoria”.
Galan ha risposto lo scorso 18 gennaio, evidenziando che il Comitato Tecnico Faunistico non è stato convocato negli ultimi tempi “non essendo pervenute negli ultimi mesi particolari segnalazioni di questioni da sottoporre allo stesso" e che il Comitato Animal Friendly “non ha specifiche competenze istituzionali”, pertanto non può interferire con materie attribuite al ministero dell'agricoltura.
Sempre a gennaio, come apprendiamo da un articolo de Il Messaggero Umbria, è stato rivoluzionato il vertice del Comitato Faunistico Venatorio Nazionale. A rappresentare il Governo per conto del Ministero dell'Agricoltura (qualora il Comitato sia nuovamente convocato) ci saranno gli onorevoli Luciano Rossi e Viviana Beccalossi. Cambia anche il vertice dell'Infs a Bologna: “a presiedere le riunioni dell'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica – si legge sul quotidiano – andrà il Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan o il suo delegato che è l'umbro Luciano Rossi”. "Con la nomina di Rossi, in pratica - conclude Il Messaggero, - (se la notizia sarà confermata ndr) sarà un cacciatore a controllare l'operato dell'agenzia che di fatto ha tenuto negli ultimi anni regioni e provincie italiane sotto la 'spada di Damocle' dei propri nulla osta per le norme di applicazione delle direttive europee sulla caccia".
Vai all'articolo de Il Messaggero Umbria del 9/03/2011