Si è svolta questa mattina a Bologna, alla presenza dell'Assessore Regionale Tiberio Rabboni la presentazione delle ricerche Astra sulla caccia (Gli Italiani e la caccia e I Cacciatori italiani e la caccia) a cura del sociologo Enrico Finzi. Le indagini, le più complete mai realizzate sul tema, rivelano che la maggioranza degli italiani (il 54% nelle due regioni specifiche) non è contraria alla caccia (un dato superiore anche alla media nazionale) e ben il 58% degli emiliano - romagnoli e marchigiani sono in qualche modo vicino alla caccia. Nelle due regioni interessate, il 22% si dichiara pro-caccia senza riserve, mentre il 32% è pro caccia, ma solo se questa è normata, limitata, responsabile e sostenibile.
Solo il 28% dei residenti (in particolare nei comuni medio-piccoli, i pensionati, le casalinghe, i lavoratori autonomi e gli studenti) è consapevole che in Italia la caccia è permessa solo con vincoli molto rigidi. Si conferma quindi la correlazione forte tra la notorietà delle norme, il consenso per esse e la buona valutazione della caccia: il 44% dei residenti non conosce assolutamente nulla della materia e delle norme che la regolano.
Il cacciatore emiliano romagnolo vive in modo profondo il suo amore per la caccia e per la natura dedicandosi ad attività all’aria aperta in generale (82,5%), impegnandosi nel sociale e in attività di volontariato a favore dell’ambiente e della collettivit�(il 63% è impegnato in attività ambientali di vario tipo, il 38% si dedica all’antincendio e il 20% opera nella protezione civile). I cacciatori hanno dimostrato di essere fruitori attenti e consapevoli della natura e della fauna e si dichiarano nettamente a favore della caccia limitata, responsabile, legale (69%) con la connessa preoccupazione per la caccia ‘selvaggia’ senza limiti (57%). La ricerca infine ha evidenziato il peso politico dei cacciatori, sia a livello locale che nazionale, con il dato del 43% che dichiara di mutare le proprie scelte elettorali in base alle posizioni dei diversi schieramenti in merito alla caccia.
LE DICHIARAZIONI
“Esercitando la sua passione secondo i metri della sostenibilità e dei principi scientifici e biologici che regolano le dinamiche delle popolazioni selvatiche, il cacciatore costituisce una utile presenza sul territorio e un prezioso strumento di gestione – ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatoria Tiberio Rabboni – Una caccia regolamentata e sostenibile, condotta nel rispetto dell’ambiente, della fauna e del territorio non può che avere riflessi positivi sulla biodiversità nel suo complesso, a favore di tutta la collettività. Una maggiore conoscenza di questo ruolo e un effettivo equilibrio tra fauna selvatica e attività agricole e umane attraverso una efficace gestione è la via per un diverso atteggiamento degli italiani nei confronti della caccia”.
“L’Emilia-Romagna e le Marche - ha sottolineato il sociologo Enrico Finzi - sono tra le regioni italiane con la maggior tradizione venatoria e anche quelle dove è maggiore la conoscenza da parte della popolazione della caccia e dei cacciatori, che qui raggiunge il 58%, mentre il favore per la caccia – purché sia legale, limitata, responsabile e sostenibile – supera il 54%. Una conferma viene dagli stessi cacciatori, intrisi di fortissima passione per l’impegno venatorio e, nel contempo, del tutto ostili al bracconaggio, che per oltre tre quarti considerano il fenomeno che più danneggia la caccia in Italia. Emerge, in queste aree del Paese, la nuova base di un vero e rinnovato ‘patto sociale’, in grado di coniugare la tutela dell’ambiente e delle specie protette con l’esercizio normato della pratica venatoria nell’ambito di vincoli europei e italiani precisi (e peraltro condivisi dalla netta maggioranza della popolazione emiliano-romagnola e marchigiana)”.
“I tour regionali vogliono essere una risposta alla evidente mancanza di una corretta informazione nazionale e locale in merito all’attività venatoria, per contrastare l’immagine distorta che fino ad ora ha sempre trovato spazio nell’immaginario collettivo. I dati generali e quelli particolari dimostrano infatti che dove la caccia e l’attività dei cacciatori sono meglio conosciute minore è la chiusura o addirittura l’ostilità nei loro confronti – dichiarano i responsabili di CNCN e Face Italia – Con queste due ricerche abbiamo fatto passi importanti sulla strada di una necessaria maggior conoscenza della complessa materia venatoria, dentro e fuori il nostro mondo. Le indicazioni raccolte sono essenziali per dare risposte concrete alla società e ai cacciatori italiani”.