Per la III Commissione della Provincia di Perugia, il calendario venatorio preadottato dalla Giunta umbra è troppo restrittivo e necessita di alcune modifiche: ripristino della giornata di pre apertura (con la caccia agli estatini), cancellazione del carniere massimo stagionale per allodola, quaglia e tortora, estensione della caccia nella giornata di apertura (terza domenica di settembre) anche ai corvidi e al colombaccio (considerato l’aumento del contingente nidificante in tutta la regione).
Queste le principali richieste sottoposte nel corso di un'audizione in Regione dalla Commissione e dalla Consulta venatoria provinciale. Altre attengono alla tabellazione del territorio di pertinenza degli appostamenti fissi, le date di chiusura per lepre (se ne chiede il posticipo al 15 dicembre) e la caccia al cinghiale per cui viene richiesto di precisare “che la possibilità per le Province di posticipare l'attività venatoria non è consentita dal 18 settembre dove l'attività su questa specie è finalizzata a salvaguardare le coltivazioni agricole, ma dall’8 ottobre 2011”.
Un odg di Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti per l’Umbria) chiede inoltre di armonizzare i calendari venatori tra regioni limitrofe, unificare le date dei periodi di caccia al cinghiale tra Perugia e Terni e di rivedere la Direttiva “Uccelli” nel punto riguardante la nidificazione e le fasi di riproduzione, affinché “si possa verificare la possibilità di effettuare l’apertura generale a tutte le specie cacciabili a partire dalla 2° domenica di settembre”.
Il presidente della Giunta Marco Vinicio Guasticchi si è detto “fiducioso sulla possibilità di creare un nuovo clima di collaborazione tra Enti”. A suo giudizio “l’unico vero obiettivo da perseguire è la pacificazione e l’unione del mondo venatorio, rimasto diviso per troppo tempo da eccessivi protagonismi. La Provincia – ha sostenuto il presidente – sta lavorando per ritrovare gli elementi unificanti in questo ambiente, rimettendo la barra al centro”. Nel richiamare le diverse disposizioni europee, nazionali e regionali che di fatto rendono obbligatorie certe scelte, l’assessore regionale Cecchini si è detta comunque pienamente disponibile al confronto con la Provincia e con la Consulta costituita al suo interno.