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Riuscitissima la manifestazione di protesta dei cacciatori Siciliani e Calabresi contro il pessimo calendario venatorio siciliano 2011/2012". Così una nota di Caccia Ambiente commenta la mobilitazione di
2.500 persone (dati della Questura) di questa mattina, che, partendo dagli imbarcaderi di Messina,
hanno sfilato per le strade con cani, tamburi e fischietti. "Si son fatti notare, e come, per le vie della città, attirando con folclore e determinazione l’attenzione delle tv e delle testate giornalistiche isolane ( 8 in tutto) che hanno colto i malumori per l’ennesimo atto punitivo nei confronti di cittadini onesti con la fedina penale pulita e contribuenti di tasse salatissime". Si legge nella nota.
Il movimento siciliano e calabrese fa sapere che alla mobilitazione erano presenti
quasi tutte le associazioni venatorie con esclusione - dicono da Caccia Ambiente - dei Liberi Cacciatori di Acireale (CT) il cui presidente ha deciso di divulgare per le armerie un comunicato di invito a non partecipare dettato da "convinzioni personali falsamente giustificate col pericolo di disordini", puntualmente confutate, sottolinea la nota "col
plauso delle Forze dell'Ordine che hanno apprezzato la compostezza di tutti i cacciatori presenti". Altro assente ingiustificato per Caccia Ambiente è il presidente di Fidc Messina.
Presenti per Fidc tutte le altre delegazioni provinciali, che - dice Caccia Ambiente - "hanno dimostrato compattezza e responsabilità aderendo con slancio alla protesta". Pochi elementi della Sicilianacaccia, Arcicaccia inesistente.
"Le ragioni dei cacciatori - spiega il comunicato - sono state evidenziate nel comizio finale di Piazza Cairoli dove hanno preso la parola Carmelo Piccione
in rappresentanza dei gruppi di cacciatori del web, l'Avvocato Biagio di Vece per Caccia Ambiente Calabria, il Signor Turro per l'Associazione Giovani Cacciatori, Rosario Capilli per la Confederazione delle Associazioni Venatorie e Ambientaliste di Messina (CAV) e Antonino Urpi in qualità di Coordinatore Regionale di Caccia Ambiente in Sicilia che ha infuocato gli animi dei presenti nell'esporre i fatti della politica venatoria siciliana
senza risparmiare accuse ai funzionari regionali complici del disagio che sta soffrendo l'intero sistema economico-occupazionale legato alla caccia".
Ora si spera - conclude la nota - che la Regione Sicilia prendendo atto delle rivendicazioni della base dei cacciatori,
possa mettersi una mano sulla coscienza e rivedere il calendario che così come proposto penalizzerà ulteriormente l’indotto venatorio che è un prezioso “tesoretto” per le già asciutte casse dell’economia isolana.Il prossimo 16 Agosto sapremo se il senso di responsabilità soggiorna ancora tra i muri del Governo Regionale Siciliano, in caso contrario saranno prese le dovute contromisure.