"...una questione di stile" è stata la risposta delle donne venete del Pdl guidate da Elena Donazzan (ex Assessore alla Caccia oggi assessore alla scuola) alla maglietta indossata dalla consigliera regionale Minetti con cui qualche giorno fa ha ritenuto di informare i passanti che senza è "ancora meglio".
Una mossa poco comprensibile quella della ex igienista dentale prestata alla politica dopo le sue frequentazioni con il Premier, che ha riportato la Minetti al centro delle polemiche proprio quando la stampa iniziava a dimenticarsi che lei insieme a Mora e a Fede è ancora sotto accusa per sfruttamento e induzione alla prostituzione. In Consiglio regionale Nicole non è molto attiva. Di lei si sa solo che oltre ad incassare più di diecimila euro al mese (come gli altri consiglieri), si interessa di animali e di randagismo e l'unico suo intervento in aula e è quello da relatrice al progetto che ha sbloccato fondi per quasi 4 milioni di euro da affidare alle associazioni animaliste per la prevenzione del randagismo e il controllo demografico dei cani. Per la verità le cronache di quei giorni dissero che la Minetti non fece altro che leggere il testo, visto che poi alle domande dei consiglieri fu la presidente della commissione, Margherita Peroni a rispondere. Mentre alcuni consiglieri chiedevano di portare da 300mila a 500mila euro i fondi per finanziare gli Uffici per i Diritti degli animali - racconta La Repubblica di Milano - Nicole si limitò a sottolineare che "l’importante è che passi il principio, a prescindere dalla cifra esatta dell’incremento".
La presa di distanza della Donazzan e socie vuole riaffermare l'orgoglio femminile di fare politica con seriet�e rivendicare il valore del merito come unico mezzo per raggiungere posizioni importanti. L'iniziativa, organizzata ai margini del meeting del Pdl sul tema 'Valori, visione e forma politica del popolo dei liberi e forti", è una piccola ventata di aria fresca per gli elettori del Pdl esasperati per la situazione in cui versa parte del proprio partito. C'è da augurarsi che questa indignazione possa allargarsi e coinvolgere altri personaggi politici anche a più alti livelli che certamente non brillano né per merito né per risultati raggiunti. Come il Ministro del Turismo, che a parte avversare la caccia e cercare di istituzionalizzare il proprio sentimento animalista, poco o nulla ha fatto per gli italiani e per il bene del paese.
(21/09/2011)
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