Nei giorni scorsi è stata data notizia della nascita di un tavolo permanente ministero – associazioni che vede tra l'altro un canale di collaborazione diretta con la neonata Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente rappresentata dalla Brambilla.
Il fatto ha procurato la pronta reazione di Federfauna, che in una lettera al sottosegretario e al Governo per segnalare “l'ingentissima spesa di denaro pubblico che ha rappresentato fino ad oggi l'approccio animalista alla gestione degli animali, sia inerenti alla imparzialità, equità e correttezza dovuta dallo Stato, e quindi dai propri funzionari e dal Governo tutto, verso ogni Cittadino e verso tutte le Categorie Sociali, comprese quelle produttive che lavorano con gli animali”.
Ad esempio la gestione del randagismo, produce un business, dice Filippi, valutato intorno ai 200 milioni di euro, denunciato dalle stesse associazioni, che però allo stesso tempo sono proprietarie o gestrici di molti canili, per i quali percepiscono denaro da Comuni o altri enti, associazioni che devono gran parte della loro esistenza al problema randagismo. “Dopo oltre 20 anni dalla promulgazione della Legge 281, definita appunto di ispirazione animalista – spiega Filippi al Sottosegretario - da Sud a Nord persone, bambini, anziani e padri di famiglia vengono sbranati dai cani randagi, che hanno continuato ad aumentare di numero negli anni, cosi' come e' aumentata la penetrazione nelle Istituzioni delle associazioni animaliste e quindi il loro potere, cosi' come sono aumentate le cifre nei loro bilanci”. E' ovvio secondo il presidente di Federfauna, che c'è un conflitto di interesse tra la soluzione del problema e il mantenimento di una sicura fonte di denaro.
Federfauna fa inoltre notare che queste associazioni sono tutt'altro che eque e imparziali, visto che pretendono la definitiva chiusura di molte delle attività che hanno a che fare con l'allevamento e l'utilizzo di animali. Per questo appare preoccupante che il Governo assuma una posizione ideologica e unilaterale formalizzando un presidio animalista all'interno del Ministero. Temo, e non sono il solo – sottolinea Filippi - che un tavolo come quello descritto dai media darebbe solo maggiori possibilita' agli animalisti di portare avanti i propri interessi attraverso lo Stato. Interessi che non sono quelli degli animali, anzi, sono spesso contro di essi, oltre che contro intere Categorie Sociali e contro il sentimento comune dei Cittadini”.