Lo dice il Corriere della Sera, parafrasando i dati raccolti dal Servizio Veterinario regionale: ogni anno in Lombardia si accalappiano qualcosa come
12 mila animali, di questi il 60% è solo fuggito di casa e, grazie all'identificazione con il microchip ormai obbligatorio ovunque, viene restituito ai proprietari. Sempre in Lombardia ogni anno oltre cinquemila animali vengono affidati a una nuova famiglia. Se da un lato il microchip disincentiva l'abbandono, dall'altra cresce i numero di cani e gatti nelle famiglie, cosa che fa rimanere stabili gli episodi di randagismo.
In Lombardia si ha un animale registrato all'anagrafe ogni 9 persone. In totale 1 milione e 129.937 cani e gatti regolarmente microchippati. La città che guida la classifica è Bergamo (189.330), seguita da Brescia (176.490) e da Milano (81.827).
Il randagismo, il sistema de canili ed il problema della pubblica incolumità, sono temi tutt'altro che facili e oggetto di aspre critiche, anche per le enormi quantità di risorse che ogni anno escono dalle casse pubbliche per il mantenimento dei cani e delle strutture. Nei giorni scorsi il ministero della Salute ha avviato una
verifica in tutto il territorio nazionale dell'attuazione regionale delle norme nazionali, dei programmi e delle risorse destinate per combattere il randagismo. L'iniziativa parlamentare è partita dalla denuncia dell'onorevole Elvira Savino, che chiedeva iniziative per il contrasto al maltrattamento degli animali, con particolare attenzione alla situazione dei canili in Puglia. Milioni di euro, infatti, vengono stanziati da Stato e regioni per il controllo e la tutela del randagismo, che in alcune regioni del Sud non danno i risultati sperati. E ancora molti comuni non si sono dotati di canili sanitari e di rifugi.