Occorre fare marcia indietro. E' quanto propone Federfauna dopo la tragedia di ieri che ha visto un uomo uccidere due guardie zoofile e suicidarsi subito dopo nel genovese. L'uomo, stando a quanto riporta l'Ansa, avrebbe subito di lì a poco il sequestro dei suoi cani da caccia in seguito ad alcune segnalazioni. In questo come in altri numerosi episodi, il sequestro stava per essere messo in atto senza alcuna sentenza ma grazie ad un decreto firmato dal PM che si è basato proprio su quelle segnalazioni.
“Quanti animali – scrive Federfauna - sono stati sequestrati fino ad oggi in Italia sulla base di denunce e segnalazioni, magari delle stesse associazioni animaliste che poi se li fanno affidare, si costituiscono parte civile ai processi e sono pure destinatarie delle eventuali sanzioni? Quanti animali a loro assegnati sono morti o spariti durante iter processuali che magari poi si concludevano con un'assoluzione? Quanti i malcapitati nella disperazione di vedersi portati via gli amati animali sotto un'accusa infamante, le famiglie poste in gogne medianiche senza contraddittorio, gli innocenti mai risarciti delle sofferenze e delle umiliazioni pubbliche e private patite?”.
Una serie di procedure poco chiare che forse ha finito per inasprire il clima negli ultimi mesi. Forse sarebbe il caso di mettere da parte gli ideologismi e affidare queste problematiche a professionisti.
"A nessun politico - conclude Federfauna - sorge il dubbio che la tragedia di ieri sia figlia anche di quella disperazione, di quel disordine sociale che qualcuno gia' intravedeva nell'applicazione faziosa di leggi che sembrano concepite col pregiudizio che una categoria di presunta superiorita' morale possa agire preventivamente in maniera punitiva contro altre categorie ideologicamente odiate?"