L’Agenzia delle Entrate ha deciso di inserire le spese veterinarie tra le sette categorie del nuovo redditometro sperimentale che servirà a smascherare gli evasori fiscali attraverso controlli incrociati a campione su spese e redditi percepiti.
Sul fatto si registrano le proteste dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari, oltre che delle più agguerrite rappresentanti degli animalisti al Governo: il Ministro Brambilla e il Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Per Marco Meloni presidente dell'associazione dei veterinari italiani gli animali da compagnia,più che un lusso, sono “una vera risorsa psicologica e sociale per i nuclei familiari che li ospitano”. Anche la Martini considera inaccettabile la classificazione dell'Agenzia delle Entrate e fa presente che è “dovere dei proprietari di animali d'affezione” avere cura dei propri animali e “garantirne il benessere come previsto dalla legislazione italiana”.
La Brambilla parla invece di “un grave errore culturale, sociale e metodologico”. “Appare davvero incredibile – dichiara il Ministro del Turismo - la scarsa conoscenza, da parte di coloro che hanno effettuato tale elenco, del ruolo che gli animali domestici hanno da tempo assunto nel nostro paese come nel resto d'Europa, che li porta ad essere considerati quasi al pari di veri e propri componenti dei nuclei familiari da parte della maggioranza dei cittadini”. “La cultura della prevenzione – aggiunge la Brambilla - dal punto di vista sanitario deve essere promossa a tutti i livelli perchè segno di giusta evoluzione culturale che deve caratterizzare un grande paese civile come il nostro. Se consideriamo inoltre che cani e gatti sono spesso i migliori amici di persone anziane e a basso reddito, ci si rende conto della contraddizione in termini e di come costituirebbe una vera cantonata inserire queste persone nell'elenco dei sospetti evasori”.