Approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la mozione presentata dalla Lega Nord che impegna la regione ad impegnarsi presso il Governo per far alleggerire i vincoli burocratici sulle pratiche per l'esportazione di armi. Ha votato a favore la maggioranza di centrodestra compatta, contrari invece i consiglieri di Pd (con l'eccezione di Corrado Tomasi), Patto Civico Ambrosoli e Movimento 5 stelle.
Il documento chiede di sollecitare il Governo a modificare le norme che hanno recepito il regolamento europeo in materia, al fine di ridurre i vincoli burocratici alle aziende lombarde del settore armiero. “Vincoli che rischiano di compromettere la produzione e il bacino occupazionale - ha detto il relatore Fabio Rolfi (Lega Nord) nel suo intervento – perché il 90% della produzione delle armi italiane è destinato all’esportazione con una fatturato di 250 milioni di Euro, 108 imprese e oltre 3 mila addetti concentrati in Val Trompia in provincia di Brescia”.
A causa del recepimento frettoloso da parte del nostro Governo di un regolamento europeo, è stato spiegato dal relatore, l'iter burocratico si è complicato a dismisura portando dalle precedenti 12 pagine necessarie di documentazione, alle attuali 87. Inoltre le questure sono state esautorate della loro potestà decisionale e sono costrette a demandare tutte le autorizzazioni al Ministero dell'Interno, il che comporta ritardi e rallentamenti patologici. Tutto ciò, ha spiegato Rolfi, sta portando a pesantissime ricadute sull'intero settore, favorendo altri paesi esportatori e mettendo a rischio le commesse in essere, l'indotto e di conseguenza l'occupazione stessa". In altri stati europei – ha ricordato Rolfi - l’applicazione del regolamento non è stata cosi immediata e restrittiva, creando un regime di disparità anche a scapito delle aziende e degli artigiani italiani”. La mozione mozione, secondo il relatore, mette in evidenza un problema di carattere economico importante, che riguarda oltre 100 aziende nella sola Val Trompia e i relativi 3000 dipendenti. Armi da caccia, ad uso sportivo e per la difesa personale, prodotti insomma di cui l'Italia deve essere fiera e che nulla hanno a che fare con le armi da guerra.