E' di pochi giorni fa la sentenza del Tar di Campobasso che ha accolto il ricorso di un cittadino per le conseguenze subite a seguito di una contestazione per omessa custodia delle proprie armi dopo il furto delle sue tre pistole, regolarmente detenute ma trasferite da poco nella residenza di campagna.
Dopo la contestazione, infatti, il questore aveva disposto la revoca ed il ritiro cautelare del porto di fucile ad uso caccia. A questo punto l'uomo fa ricorso chiedendo l'annullamento del decreto della questura, ritenendo ingiusto il provvedimento subito, evidenziando ciò che dispone l'articolo 38 del Tulps.
Il giudice ha dato ragione al ricorrente, evidenziando che la denuncia, secondo il testo succitato, deve essere fatta entro 72 ore dallo spostamento, mentre il furto era avvenuto solo dopo 48 ore dal fatto. In sostanza l'interessato non ha avuto il tempo materiale e necessario per segnalare la traslazione agli uffici di polizia.
In un caso del genere, prosegue il Tribunale, la tempestiva denuncia di furto assorbe la denuncia di trasferimento di armi da un domicilio all'altro. Ma anche qui le cose non sono poi così chiare. E' infatti noto che la giurisprudenza, così come le questure, tengano conto anche di altri elementi, diciamo pure discrezionali. Come fa notare nel proprio commento l'Avv. Pandolfi, le credenziali personali contano per i Magistrati. Il ricorrente è infatti persona matura, esente da mende e non ha mai dato segni di abuso dell'arma. In questo caso i provvedimenti attuati (divieto detenzione armi e ritiro del porto fucile ad uso caccia), sono stati ritenuti provvedimenti sproporzionati rispetto alla condotta contestata.