Antonio Cianciullo, giornalista noto per le sue posizioni anticaccia, sull'Huffington Post scrive che "nel 2023 sono stati concessi 15 mila permessi in più per avere un'arma in casa", fotografando questo dato come una conferma della rincorsa del modello americano da parte del Governo Meloni.
"La vendita di armi aumenta" scrive infatti il giornalista, introducendo in questo modo le critiche delle associazioni animaliste alla proposta di riforma della legge sulla caccia, nell'ambito delle audizioni in Commissione Ambiente alla Camera. Si fa riferimento anche ad Osvaldo Veneziano, ex Presidente Arci Caccia, critico sulla partecipazione di Cncn "associazione nata per iniziativa dell’Anpam, Associazione nazionale produttori di armi e munizioni".
Ma cosa c'è di attinente con i dati sulle armi? Poco o nulla. Anzitutto perchè gli ultimi dati pubblicati dalla Polizia di Stato, che registrano l'aumento dei possessori di armi nel nostro Paese, sono quelli diffusi la scorsa estate e riguardano l'annata 2022: le licenze in tutto sono 1.237.912, in crescita di 14.463 unità. E in secondo luogo perchè non crescono affatto le licenze uso caccia, che invece subiscono un costante calo: 609.527 nel 2022, in calo di 21.777 cacciatori rispetto al 2021, in accelerazione rispetto all'annata precedente quando se ne contavano 18.537 meno. Calano anche i permessi per difesa personale (da 12.346 a 11785, - 561).
Le licenze in costante aumento sono quelle sportive (tiro a volo), dato che in un anno registrano 31.039 appassionati in più. Crescono di 7.248 unità le licenze per arma corta delle guardie giurate, in calo quelle per arma lunga sempre delle stesse (che passano da 1.149 a 574). Alla luce dei dati illustrati è evidente che in Italia non c'è nessuna corsa alle armi, nessun modello americano in vista. Siamo uno dei Paesi più controllati in Europa, e i dati dei possessori, piuttosto esigui rispetto alla popolazione, lo confermano.
Fonte: rapporto delle attività della Polizia di Stato, aprile 2023